Immancabile come il tuono dopo il lampo, arriva la vittoria dei neozelandesi nel primo torneo del circo del sevens.
Approfittando di una giornata piovosa mi sono accomodato nella mia usuale posizione di tre-quarti divano esterno ed ho guardato in diretta quasi tutta la seconda giornata del torneo della Gold Coast; quasi perché nel mezzo c'erano le partite di ITM Cup, molto più interessanti, il resto l'ho registrato e visto dopo cena.
Il rugby 7 è un'occasione per vedere nello spazio di un paio di giorni diversi stili di gioco, giocatori interessanti e soprattutto di farsi due risate quando le telecamere spaziano sul pubblico.
Dal punto di vista sportivo l'evento ha più o meno confermato i valori ai quali siamo abituati:
Nuova Zelanda über alles, Australia che con le spalle al muro lotta, Sud Africa ed Inghilterra sempre forti, nazioni considerate minori nel gioco a XV temibili ed in costante crescita, Fiji che sotto Ben Ryan sta diventando sempre più pericolosa, USA sorprendentemente indietro.
L'australiano Ed Jenkins è stato nominato giocatore del torneo, forse un po' di campanilismo, ma ha saputo trascinare i suoi fino alla finale, dove le gambe più fresche dei neozelandesi hanno fatto evidenziato la superiorità degli all blacks.
Il momento del torneo per me è stata la trasformazione del canadese Connor Braid nella finale, poi persa contro la Francia: il suo drop da posizione difficilissima, quasi sulla linea laterale ha infatti pareggiato al gara a tempo per mandarla ai supplementari.
Alla fine i verdetti ed i risultati finali sono stati:
http://www.irbsevens.com/destination/edition=9/fixturesresults.html