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Gold Rush! Classic – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 07/09/2014

Cover Gold Rush! Classic

PC TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore: , Sunlight Games

Produttore: KISS ltd, The Software Farm

Distributore: Digitale

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 25/07/2014

VISITA LA SCHEDA DI Gold Rush! Classic

Pro-1Un grande classico Contro-1Qualche piccolo bonus non incoraggia l'acquisto di chi l'ha già giocato anni fa

Pro-2La compatibilità con gli ultimi S.O. Windows

1988, Sierra On-Line, Doug e Ken MacNeill. Chi, a quei tempi, aveva già qualche anno sulle spalle probabilmente avrà già capito di cosa stiamo per parlare: California: Gold Rush!, o semplicemente Gold Rush!, un’avventura apprezzata ancora oggi dai puristi, oltre che una delle ultime e più complicate ad essere state sviluppate per mezzo dell’AGI (Adventure Game Interpreter), engine sviluppato appositamente per King’s Quest: Quest for the Crown del 1984, che consentiva di eseguire animazioni e di unire a paesaggi colorati musiche ed effetti sonori.

A distanza di così tanti anni e di edizioni da collezione ormai introvabili – il riferimento va alla collector con box in legno uscita nel 2000 – Gold Rush torna alla ribalta grazie ad una versione comprensiva di alcuni bonus e con un titolo leggermente diverso, Gold Rush! Classic, disponibile anche in formato retail ma non nei nostri territori, in attesa del remake vero e proprio atteso entro l’autunno: Gold Rush! Anniversary.

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SAVE EARLY, SAVE OFTEN

Un anno prima della scoperta dell’oro in California, 1848, il giornalista di Brooklyn Jerrod Wilson si sposta a Sacramento per incontrare il fratello che non vede da tempo. Pochi minuti di gioco corrispondono ad un anno, ed ecco arrivare l’annuncio: è stato trovato l’oro, questo renderà l’obiettivo di Jerrod più complicato e difficoltoso di quanto non prevedesse. Gold Rush! Classic va considerato un classico del genere, un’avventura tradizionale che è ancora oggi ricordata per la presenza di svariati percorsi multipli per arrivare a destinazione, e ciò ne incentiva la rigiocabilità considerando che ogni run difficilmente supera le due/tre ore di gioco. Diligenze, navi, paludi, giungle, il viaggio del giornalista si compone di tante nuove conoscenze, di tante sfide, tra nativi americani, banditi, animali selvaggi, tempeste invernali, malattie che potrebbero portarlo alla morte, addirittura. Non per niente “Save Early, Save Often”, una filosofia indispensabile e necessaria in molti dei giochi di quei tempi, che ritorna ad essere fulcro centrale dell’esperienza di gioco offerta da questa versione Classic. Osservare, muoversi, parlare, consultare, tutto tramite tastiera, anche perché la piena compatibilità a sistemi operativi quali Windows XP, 7 e 8 è arrivata grazie a DOSBox, e l’impatto per i giocatori novizi sarà sicuramente d’un certo peso, considerando il fatto che le avventure di oggi hanno spesso e volentieri dei gradi di difficoltà risibili, offrono una moltitudine di aiuti e di agevolazioni, sia negli spostamenti che nel saltare o accelerare i dialoghi di gioco. L’impostazione old-school però era necessaria, oltre che scontata visto che non si tratta di un remake, perché aiuta le fasi di gioco a farsi pian piano sempre più interessanti, mentre l’insieme dei dettagli e delle informazioni raccolte compongono un quadro esaustivo e completo.

L’obiettivo è arrivare a Sacramento e per farlo servirà ingegnarsi, scegliendo il percorso, risolvendo i puzzle, migliorando la propria condizione economica – praticamente nulla ad inizio gioco – sfruttando l’oro, che da poco ha fatto impazzire migliaia e migliaia di americani. Niente è dato per scontato, niente regali, e molto dipenderà dalle decisioni prese, che potrebbero cambiare il corso degli eventi, portarci alla morte a causa di malattie per cui non vi è una cura – almeno a quei tempi – come il colera, per poi ottenere a fine capitolo una sorta di valutazione per le azioni e le scelte compiute, in modo tale che attraverso queste il gioco si svilupperà, e potrebbero comparire brutte e spiacevoli sorprese. Sorprese che molto spesso ci costeranno la vita, ma che offrono sempre degli spaccati di storia, attraverso i luoghi visitati, che rendono il tutto più coinvolgente, prima di ricaricare il salvataggio fatto… E no, nessun salvataggio automatico, cari avventurieri! Giunti a Sacramento, però, le cose si faranno un pochino meno complicate: con la congiunzione dei percorsi verso la cittadina, gli enigmi si sviluppano attraverso un unico itinerario, anche se durante le traversate molti dei “videogiocatori di oggi” potrebbero accusare il colpo, deprimersi o semplicemente rinunciare a causa della frustrazione, alla generazione casuale degli eventi, che in fin dei conti vanno ad annullare e rimescolare quanto compiuto. Tre le soluzioni: caricare un salvataggio precedente, ricominciare daccapo o insistere, andare avanti per tentativi finché non avrete ragione di quella particolare sezione di gioco. Sì, è un sistema che in un titolo sviluppato nel 2014 provocherebbe più scontento che ammirazione (vedi il recente Gods Will Be Watching, patchato a dovere per “aggiustare” il tiro), ma considerando la particolarità di Gold Rush!, il fatto che è a tutti gli effetti un gioco del 1988 ripubblicato soltanto per offrire la compatibilità ai più moderni sistemi operativi Windows, e che quindi non si tratta di un remake, l’unico modo per ovviare al problema è salvare spesso. Siamo quindi tornati a quanto dicevamo in principio.

Eppure, qualcosina di diverso in questa versione Classic la troviamo, nello specifico si tratta di piccoli bonus come una mappa storica delle tre rotte presenti nel gioco, del manuale utente originale, di alcuni concept art mai pubblicati dagli sviluppatori degli anni ’80. Poco, sì, ed è questo uno dei più grandi peccati/difetti del gioco, che ancora oggi nelle sue grafiche e tracce sonore appare fantastico e in forma – con tutte le limitazioni del caso legate alle attrezzature disponibili a quei tempi – ma che avrebbe potuto osare un pochino di più, perché in fondo si tratta di un videogioco che poche “nuove leve” acquisteranno, proprio perché il concetto di sviluppo old-school non è per tutti e non lo sarà mai. Forse, optare per un rilascio congiunto al remake – atteso entro l’autunno – avrebbe permesso al team di accontentare più valorosi avventurieri d’un tempo che, stando così le cose, per circa sei euro si ritroveranno nella libreria un titolo emulato e una manciata di piccoli bonus di certo non imperdibili.

Gold Rush! Classic – Recensione IN CONCLUSIONE
Gold Rush! Classic, seppur praticamente identico alla versione originale arrivata sugli scaffali nel 1988, rimane un titolo davvero ben fatto, anche se agli occhi di molti potrebbe sembrare più una mossa commerciale piuttosto che un vero e proprio desiderio di far affiorare questo titolo su Steam, in modo tale da dispensare la conoscenza di classici che rimarranno immortali. Ecco, proprio a tal proposito, considerando che questa versione è praticamente quasi la stessa uscita ventisei anni fa, un pacchetto completo assieme al remake (ancora in fase di lavorazione) avrebbe avuto più senso e giustificato un esborso economico che è rimasto comunque basso per questa riedizione, meno di sei euro, ma che ha poco senso fare se lo si è già giocato anni fa. ZVOTO 7.5

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