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Golden age

Da Straker
Golden age
Riflessione dedicata agli adorati genitori.
Perché l’infanzia è l’età dell’oro? Perché la puerizia si accontenta di cose semplici: la sua magia risiede nella capacità di trasfigurare il mondo, di trasformare oggetti insignificanti in altrettante lance di Longino.
Ricordo che, quando eravamo bambini, assieme alla mamma addobbavamo l’abete natalizio non solo con i festoni, le stelle e gli angeli acquistati nella merceria, ma pure con palline create da noi: erano nocciole rivestite di carta stagnola. Era quello il momento più bello ed emozionante: appendere ai rami dell’albero quei piccoli pomi luccicanti. Era il tocco finale. Si restava ore incantati ad ammirare l’abete con le luci intermittenti che gettavano riflessi multicolori sulle decorazioni.
Perché l’infanzia è l’età dell’oro? Soprattutto perché la puerizia non è stata ancora sfiorata dalle ali gelide della morte. E’ un’età senza tempo, senza passato né futuro, concentrata in un presente dilatato ed aurorale.
Il giorno in cui, direttamente o indirettamente, si scoprono il decadimento, la malattia e la morte, tutto cambia. Da allora un’ombra, che neanche il Sole allo zenith riesce a cancellare, ci accompagna in ogni istante dell’esistenza. La morte (la nostra ed altrui), con la sua irrazionale implacabilità, incombe a somiglianza di un macigno in bilico su una cengia: è una roccia che da un momento all’altro può precipitare nel dirupo.
La morte e la vita s’intrecciano nell’esistenza a tal punto che non sapresti spiegare dove finisce l’una e comincia l’altra e vice versa.
Forse non ha torto chi pensa che la vita vera non sia qui, ma altrove, con un’età dell’oro che non è più collocata in un passato remoto ed irrevocabile, ma oltre l’orizzonte della nostra povera realtà, chiusa su sé stessa come un guscio inscalfibile. E’ un’illusione?
Svegliarsi un mattino ed essere avvolti dallo splendore dell’infinito…

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