Buona parte delle organizzazioni umanitarie internazionali (Ong) e il console francese hanno abbandonato in tutta fretta la città di Goma per Gisenyi e a molto poco valgono le rassicurazioni del governatore della provincia del nord-Kivu, perché la gente in massa è ormai in fuga dalla giornata di ieri sotto ripetuti cannoneggiamenti.
Gli uomini dell’M23 chiedono a Kinshasa negoziati politici diretti entro le 24 ore e la smilitarizzazione della città e dell’aeroporto di Goma.
La situazione è particolarmente complessa e difficile in quanto non è affatto facile prevedere quale potrà essere in concreto la risposta di Kinshasa.
Una risposta che quasi certamente non sarà un cedimento.
Il peggio è per la popolazione allo sbando, che dovrebbe, come sempre, accontentarsi di “parole” pseudo-rassicuranti mentre urge piuttosto la ricerca di un luogo in cui trovare un riparo, del cibo, dell’acqua e delle medicine.
Sono moltissime le donne , i bambini e gli anziani,che scappano, come possono, e lo fanno trascinandosi le risicate e povere masserizie.
Si parla di protezione da parte delle truppe dell’Onu e dell’esercito congolese come dicono le autorità ma non c’è certezza alcuna di questo genere di protezione.
Perché pare che un certo numero di soldati e ufficiali dell’esercito regolare congolese siano fuoriusciti anch’essi dai ranghi e non sono chiare le loro intenzioni.
Insomma i timori di una guerra nel Kivu cominciano a essere reali.
Un conflitto che rischia di coinvolgere anche gli altri Paesi della regione dei Grandi Laghi (ad esempio,il Rwanda e il Burundi).
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)