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Gomorra

Creato il 22 novembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Postato il novembre 22, 2011 | TEATRO | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno

Gomorra: il Risveglio della Coscienza Civile
La nuova gestione del Teatro Duse di Bologna, nei proponimenti e nel cartellone allestito, ha scelto la strada di proporre spettacoli a tutto tondo, che, senza preclusioni di sorta, vogliono abbracciare a 360 gradi tutte le possibili chiavi di lettura della società non tralasciando alcun genere espositivo. In quest’ottica si legge dunque la meritoria decisione di portare in scena “Gomorra”, la pièce teatrale scritta da Roberto Saviano e Mario Gelardi che, vincitrice di numerosi premi tra il 2007 e il 2008, arriva finalmente a Bologna dopo anni d’attesa. Sarà per la delicatezza e l’impegno dei temi trattati, o fors’anche del periodo particolarmente difficile che sta vivendo il nostro paese, che possiamo annotare, con grande soddisfazione, che la platea è colma di ragazzi di tutte le età. Ed è sicuramente dalle nuove generazioni che si deve partire per prendere coscienza dei mali della società nella speranza di riuscire un giorno a cambiarla. La scena è spartana: impalcature e colonne, che riproducono un cantiere apparentemente abbandonato, sono gli unici fondali di uno spettacolo che ti prende allo stomaco fin dal primo momento quando, nel monologo che il bravissimo Ivan Castiglione, che impersona Roberto Saviano, recita con grande intensità, viene riproposto il celeberrimo discorso tenuto dal giornalista nel settembre 2006 a Casal di Principe sulle infiltrazioni camorristiche nel territorio.

Gomorra: il Risveglio della Coscienza Civile

Da neofita del teatro sociale mi sono accostato a questo evento con grande curiosità. Curiosità che non è stata affatto delusa: mi sono, infatti, trovato di fronte ad un’opera forte, dura, senza peli sulla lingua che dà proprio la sensazione, come afferma lo stesso Mario Gelardi, «di una sventagliata di kalashnikov, rapida, violenta… che produce fori più grandi e più piccoli». Ma nel contempo è anche la storia di un territorio, di un paese, il nostro, eternamente in bilico tra legalità ed illegalità in cui tutto è ciò che appare, ma anche il suo contrario. Un paese in cui lo Stato è presente a tutto tondo, ma quale Stato? Come sostenuto dal giornalista in un passaggio «qui, non è come in Sicilia dove c’è lo Stato e l’anti-Stato, bensì, come afferma un pentito di vaglia: lo Stato siamo noi!». Lo show, seguendo l’andamento proprio del libro, racconta due livelli di criminalità: quello del braccio armato, della manovalanza, istintivo, animalesco, brutale, e quello del business legale, che non si sporca mai le mani, ma che ha le mani in pasta ovunque, a tutti i livelli, in tutto il mondo.

Gomorra: il Risveglio della Coscienza Civile

Fa da trait d’union la figura di Roberto Saviano che, come un moderno Virgilio, ci conduce in questo viaggio tra i gironi infernali in cui il malaffare si è ramificato. Ecco dunque gli accenni al lavoro tessile, alle fabbriche di cinesi che lavorano producendo per la grande distribuzione, ma anche per le grandi firme, ma soprattutto al problema dello smaltimento dei rifiuti, con le sue discariche abusive, stracolme di rifiuti tossici, vere bombe ad orologeria per la salute degli abitanti del territorio. Ma è anche storia di soprusi, di sogni, di violenza, di apparenza, di buoni e cattivi propositi che trasformano la gente in vittime o carnefici. Quella che è profondamente colpita è però la coscienza civile dello spettatore-cittadino che ascolta, che impara, che trasale, che scuote il capo vinto da un senso d’impotenza che spiega perché tutto si modifica, si adegua alle nuove dinamiche socio-economiche, ma nulla muta in un territorio che poi è anche un paese intero che non riesce ad affrancarsi da questo astringente giogo che lo opprime a tutti i livelli. “Gomorra”, in conclusione, mette in scena non solo l’esistenza del Sistema, la camorra moderna, ma lascia intravedere anche i risvolti dell’anticamorra. Saviano con la sua denuncia è già l’anticamorra. Se è vero che l’alleato più forte del Sistema è il silenzio, Roberto Saviano e tutti coloro che hanno divulgato la sua opera rappresentano già il primo tassello dell’antisistema. E questo commuove e colpisce, lasciando turbati.

Gomorra: il Risveglio della Coscienza Civile

Gli scatti inseriti nell’articolo sono stati gentilmente concessi dal Teatro Duse di Bologna


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