Gone Girl; il grande ritorno di David Fincher

Creato il 19 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

È uscito ieri nelle nostre sale Gone Girl – l’amore bugiardo, ultima fatica di David Fincher. Tratto dal romanzo di Gillian Flynn, che cura anche la sceneggiatura, il film racconta la tragica crisi di un matrimonio moderno.

Tutto parte dalla mattina di un normalissimo 5 Luglio, quinto anniversario per la coppia interpretata da Ben Affleck e Rosamund Pike. Lui è un ex giornalista del Missouri ormai senza lavoro mentre lei, “la mitica Amy”, una celebre scrittrice per l’infanzia, nonché una donna affascinante. La scomparsa di quest’ultima, e le accuse di omicidio nei confronti del marito Nick, sono alla base di un fittissimo intrigo architettato magistralmente da Fincher, che porta lo spettatore, sin dai primi minuti, ad indagare insieme al protagonista e a cercare di risolvere il mistero, in un gioco di scatole cinesi dove un indizio rimanda irrimediabilmente ad un altro, in un intreccio senza soluzione.

È proprio la struttura intrecciata e complicata del film, che viaggia tra presente e passato, tra soggettivo e oggettivo, intrisa di suspense e coinvolgimento in perfetto stile Fincheriano a renderlo piacevole allo spettatore medio. Quello a cui Fincher ha abituato il pubblico negli anni, e gli ha permesso di conquistare sempre più ammiratori, è soprattutto la sua capacità di toccare e di ferire con le vicende da lui narrate, si tratti della violenza di Fight Club, dell’arrivismo di The Social Network, se vogliamo anche degli intrighi di potere di House of Cards (di cui Fincher è produttore esecutivo, oltre che regista dei primi due episodi), oppure, come in questo caso, degli squilibri e della rapacità della mente umana in una società preda dei social network e delle notizie lampo, dove tutto dovrebbe apparire più vicino, più chiaro e a portata di mano, per poi rivelarsi invece oscuro e irrisolvibile. L’intento dell’autore è dunque quello di sbattere in faccia al pubblico le mille sfaccettature della nostra esistenza, perché Nick e Amy, inutile negarlo, sono proprio come noi, costretti spesso ad indossare una maschera e fare buon viso a cattivo gioco, alla continua ricerca di una verità introvabile, all’interno di un enigma irrisolvibile che è quello della vita e del rapporto individuale-collettivo nella società del nostro tempo.

Già candidato a cinque Golden Globe, tra cui miglior regia e miglior sceneggiatura, Gone Girl è senza dubbio uno dei migliori thriller sentimentali degli ultimi anni. Nonostante la durata, oltre due ore, riesce a tenere bene il ritmo, senza mai annoiare lo spettatore, che come il protagonista Nick si trova sempre in bilico tra realtà e menzogna, tra speranza e fallimento. Quello che lo rende davvero convincente è il suo non volersi piegare a un falso buonismo e, senza nulla svelare, cercare per forza una soluzione di comodo sapendo realisticamente che questa, oggi più che mai, non può davvero esistere.

di Massimiliano Zolo

Tags:affleck,ben affleck,david fincher,film,fincher,gone girl,gonegirl,recensione Next post

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