Magazine Psicologia

Good morning, i'm the new intern of the Cyberpsychology Lab

Da Simonaruffini

Lunedì è stato il mio primo giorno come tirocinante presso l’Université du Québec en Outaouais (UQO).
È stato strano non entrarci come studente, bensì come "forza lavoro".
Ancora più strano è lavorare in Uuniversità con una mia scrivania, mille computer a disposizione e delle tecnologie davvero da film di fantascienza.
Ma andiamo con ordine.

Good morning, i'm the new intern of the Cyberpsychology Lab

UQO


Come ho anticipato qui sopra e nei precedenti post, il mio soggiorno in Canada è dovuto ad una causa alta e nobile (almeno io ne sono convinta): apprendere il più possibile in materia di utilizzo delle nuove tecnologie in ambito psicologico.
In modo particolare, l’UQO è l’unico ateneo al mondo a possedere la CAVE, una sorta di stanza quadrata, le cui pareti sono interamente formate da schermi. Attraverso questo strumento è possibile ricreare un ambiente molto simile alla realtà, la VR o Virtual Reality. Le ricerche del team con cui collaboro riguardano soprattutto la psicologia clinica. In modo particolare qui si realizzano le nuove frontiere di terapia cognitivo comportamentale per il trattamento, ad esempio, di disturbi d’ansia (fobie, Disturbo d’ansia generalizzato, ecc.).
Il laboratorio è separato dal resto del dipartimento da porte di sicurezza a cui si può accedere mediante un pass.
Immaginate l’emozione di riceverne uno! Mi sono sentita davvero… POTENTE!
In laboratorio, oltre a un team di psicologi, sono presenti anche dei grafici che si occupano della realizzazione degli ambienti virtuali.
Ho provato in prima persona alcuni scenari e sono davvero sorprendenti. Puoi rispondere al telefono (virtuale), mettere a posto la spesa nel frigo, andare alla toilette..
Insomma il potenziale è davvero enorme.
E questo è possibile anche grazie ai fondi ricevuti dallo Stato e da enti privati (frecciatina all’Italia).
E io cosa farò in questo paradiso tecnologico?
Mi occuperò di due ricerche che tenterò di tradurre in due articoli scientifici che (così mi ha assicurato il mio Tutor) verranno pubblicati.
Un progetto riguarda l’utilizzo della VR con soggetti anziani aventi qualche problemino di memoria (come la mia cara nonnina che mi manca tanto), mentre l’altro verterà sull’utilizzo di questa tecnologia nell’ottica della psicologia positiva, come opportunità per potenziare leabilità delle donne nel far fronte a possibili situazioni di violenza. 
Che dire?
Sono entusiasta edarò davvero il massimo per questo nuovo lavoro!
(sperando che l’effetto del jet lag sparisca il prima possibile)

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