Eccentrica, scrittrice, giornalista, visionaria, diva, divina, musa, mito.
Si potrebbero trovare migliaia di aggettivi per descriverla, ma la verità è che lei era semplicemente Anna Piaggi.
Colei che ha lanciato diverse mode o, meglio, ha creato le mode, la moda stessa, quel sistema che ci è tanto familiare più per le cifre da capogiro e la frenesia, che per i suoi albori.
Anna Piaggi ha creato il vintage, prima ancora che esistesse il termine o che qualcuno pensasse di indossare abiti usati. La sua penna ha firmato centinaia di articoli per diverse riviste e periodici: Arianna, Espresso, Panorama, Vanity Fair e, ovviamente Vogue, dove con la sua rubrica "D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi" ha dettato le regole della moda, così come la conosciamo oggi.
Anna era così divina da essere stata musa ispiratrice per tanti: Karl Lagerfeld le ha dedicato un libro nel 1986, Anna-cronique, Manolo Blahnik ha affermato che è stata “l’ultima grande autorità internazionale in fatto di abiti“, quegli stessi abiti a cui il prestigioso Victoria & Albert Museum di Londra ha dedicato una mostra nel 2006.
Ma non era per gli abiti che Anna si era guadagnata la fama e un posto fisso in prima fila a tutte le sfilate. Anna incarnava il significato più puro e alto del termine moda. Anna era la moda stessa.
Non credeva nelle rughe, nel passare del tempo o delle mode. Per lei contavano i dettagli, gli attimi che rendono tutto speciale. Gli abiti, i cappelli estrosi, il trucco pesante e i capelli colorati erano solo alcuni dei modi con cui Anna Piaggi ha portato all’esterno la sua anima, la sua essenza.
I più vedevano solo una figura bassa e rotonda dai tratti pazzi ed eccentrici. Solo chi sapeva guardare al di là delle maschere e della facciata, era in grado di capire fino a fondo che la moda era la forma artistica con cui Anna mostrava ai pochi fortunati la vera sé.
Il resto lo ha lasciato fare alle parole, parole che come un flusso irrefrenabile scriveva una dopo l’altra sulla sua Olivetti Valentine, inseparabile compagna dal 1969.
Quelle stesse parole rimarranno per sempre, anche adesso che Anna non c’è più.
Con lei non se ne va solo una grande scrittrice e una grande donna, ma anche un pezzo importante di storia della moda che non tornerà più. Arrivederci Anna.