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Goodbye Google!

Creato il 31 ottobre 2014 da Antoniopechiar @antoniopechiar

Goodbye Google!


Goodbye Google!
DuckDuckGo, il motore di ricerca alternativo, paladino dei nerd e dei paranoici della privacy. Finalmente, Goodbye Google!

Domenica mattina. Sveglia ore 9. Bagno. Lavarsi i denti. Cucina. Caffè, moka da tre tazze. Soggiorno. Tabacco, cartine. Sigaretta. Caffè e sigaretta. Risveglio il mio Mac. Un click, Safari. Compare una papera. The search engine that doesn’t track you.

Già. A parte l’inquietante routine delle mie domeniche mattina, volevo parlarvi proprio di questo particolare esemplare di papera. Virtuale. Si chiama DuckDuckGo ed è il mio motore di ricerca preferito; bye bye Google.

Sono un paranoico dell’ordine ma non della privacy; non ho particolari segreti da seppellire. Sono un nerd ma non un hacker, così la mia cronologia sul browser è abbastanza noiosa… Ma da un paio d’anni cerco di evitare il fenomeno del tracking. Cos’è il tracking? Semplice: alcuni siti web – Google tra questi – utilizza degli script e dei programmi ad hoc per tracciare le vostre ricerche, i vostri dati (meno?) sensibili e persino le parole che digitate; allo scopo di analisi statistica e “miglioramento dei prodotti destinati all’utente”. Per ovviare a tutto ciò esistono molte estensioni per i principali browser (ad esempio Ghostery, Do Not Track Me, ecc…) che vi nascondono agli occhi di questi trackers indiscreti. Che però spesso sono complicate e rallentano la navigazione. Perché molta gente sceglie di rimanere invisibile? Alcuni per paura di essere spiati, altri per riservatezza, alcuni si ribellano a chi controlla la libera navigazione sul web.

La mia scelta è diversa. Io voglio evitare la pubblicità e siti inaffidabili. Pubblicità, direte, e che c’entra?

Principalmente i trackers raccolgono informazioni su di voi per affinare l’offerta pubblicitaria dei siti. Prendete ad esempio Facebook. Usandolo, col tempo, noterete che vi proporrà degli Ad molto pertinenti con le vostre attività sul social network. Inquietante? Forse. Fastidioso? Molto.

Inoltre, Google (e Bing) è molto veloce, abbastanza preciso, ma è cieco: non seleziona bene le sue fonti, e vi propone le più pertinenti secondo alcune determinate parole chiave. Se cercate “ammaccabanane” Big G troverà immediatamente millemila siti web con citazioni da Scrubs, ma le indicizzazioni (cioè l’ordine di presentazione) non necessariamente saranno di qualità, e vi troverete ad aprire siti fantasma (che contengono le parole chiave, ma sono delle scatole cinesi contenenti virus e malware) oppure indirizzi pieni di pubblicità e link a pagamento. Che incubo eh?

DuckDuckGo non fa nulla di tutto ciò. E’ un motore di ricerca molto semplice, veloce e discretamente preciso. Ma cosa più importante, non ci traccia e mantiene nascosto il nostro indirizzo IP. Questo vi permette di navigare in sicurezza e – per i più inesperti – di non dover bestemmiare cercando di eliminare toolbars e programmi shareware installati per sbaglio. Inoltre DuckDuckGo filtra in automatico i siti con troppa pubblicità, e quindi tutela il vostro diritto di navigare senza pop-up.

Ma come funziona?

I risultati di ricerca nascono da una mix di oltre 100 fonti; incluse DuckDuckBot (il crawler proprietario), Yahoo! Search, Bing ed altri, per citare i più famosi. Utilizza anche dati da siti di crowdsourcing, come Wikipedia, per offrire il riquadro “Zero-click Info”, una casella in cima ai risultati che mostra una risposta diretta o vari termini correlati al tema principale. DuckDuckGo ha aumentato la qualità dei risultati eliminando l’inclusione di quelle aziende che pensa siano produttori spudorati di contenuti, come eHow di Demand Media (dove utenti freelance vengono pagati per pubblicare 4000 articoli al giorno). E’ poi possibile usare i comandi !Bang per fare ricerche dettagliate su un sito senza entrarvici direttamente. Per esempio, digitando !Pechiar Nautica, troverete tutti gli articoli e le pagine correlate alla nautica sul nostro indirizzo web. Nel 2010 DuckDuckGo ha introdotto un indirizzo nascosto con un nodo di uscita per la ricerca anonima attraverso Tor. Questo consente di restare anonimi smistando il traffico attraverso una serie di relay criptati. Traduzione? Sarete ancor più invisibili.

Dal 2011 è possibile utilizzare la ricerca vocale per gli utenti che hanno installato l’estensione “Voice Search” di Google Chrome. Grande novità, da maggio 2014 è online la nuova versione del motore di ricerca, potenziato e decisamente accattivante come grafica. Infine – e questa è una chicca non da poco per gli utenti Apple – con l’uscita di iOS 8 e OS X 10.10 Yosemite è possibile, da Safari, utilizzare come search engine di default proprio DuckDuckGo. Che aspettate a cambiare?

Queste sono, in sostanza, le caratteristiche che mi hanno spinto a usare una papera virtuale per le mie ricerche informatiche. Niente di così terribilmente rivoluzionario. Ma è una piccola difesa contro coloro che propongono quantità invece di qualità, un omaggio alle riflessioni di Calvino sul nuovo millennio. Magari non rallenterà questa nostra vita così dannatamente fulminea. Però sicuramente tutelerà la vostra anima dalla blasfemia derivante da ricerche online ricche di contenuti frivoli e senza senso.

Lunga vita e prosperità! 


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