Scritto da: Luisa Cassarà 25 ottobre 2013 in Notizie dal mondo Inserisci un commento 11 visite
Il colosso di Mountain View si aggiudica un titolo importante
Volete sapere qual’è il posto migliore in cui lavorare? La risposta è composta da 6 lettere a cui siamo molto abituati: stiamo parlando di Google, che si aggiudica la medaglia d’oro della classifica di Best Place to Work e sbaraglia gli altri concorrenti del panorama internazionale. Al secondo e al terzo posto si sono piazzate altre due aziende del settore information technology, Sas Institute e Netapp. Ci è già capitato, in passato, di sbirciare qualche foto degli uffici di Google, che non passano certamente inosservati: open space molto vivibili, calcio balilla e ambienti che sicuramente non ricalcano la tradizionale idea di ufficio, grigia e un po’ monotona.
Eppure, dietro la medaglia come posto migliore in cui lavorare c’è dell’altro: il vero punto di forza di Google è l’approccio nei confronti delle risorse umane, orientato alla creatività e all’ingegno. Negli uffici di Google è stato adottato il programma “20% time project”, fatto di tempo libero da dedicare alle proprie idee, oppure il “TGIF” (Thank God it’s Fraday), momento di confronto tra “capi” e dipendenti con tanto di birra finale. A decretare quel premio come posto migliore in cui lavorare sono stati proprio i lavoratori: le iniziative orientate alla soddisfazione del dipendente hanno riscontrato un grande successo in termini commerciali (sapevate che proprio grazie al “20% time project” è nata Gmail?). Il colosso di Google, oltre al quartier generale di Mountain View, include altri 70 uffici sparsi in quaranta Paesi e tutti contribuiscono a creare il primato come posto migliore in cui lavorare.
Come viene scelto il posto migliore in cui lavorare?
In totale sono oltre 6.000 le compagnie che hanno partecipato alla competizione, provenienti da 45 Paesi: tra le prime 25 non c’è nessuna italiana. L’indagine che conduce alla scelta del posto migliore in cui lavorare si basa per due terzi su indagini sottoposte ai lavoratori dell’azienda, mentre per un terzo fa riferimento alle politiche organizzative. Per rientrare tra i partecipanti bisogna aver vinto almeno 5 liste nazionali, includere almeno 5.000 collaboratori a livello globale e almeno il 40% dei lavoratori impiegati fuori dal Paese in cui ha sede il quartier generale dell’azienda.
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