La Gestione account inattivo è un nuovo indispensabile (attenzione: ironia in corso) servizio di Google, presentato e introdotto l’11 aprile su tutti i profili di Google: come il nome suggerisce, questo servizio permette di decidere il futuro dei nostri dati regalati a Google (foto, video, e-mail, informazioni personali, eccetera), quando decidiamo o siamo costretti a chiudere il nostro account. È curioso notare come Google presenti questo servizio sotto il titolo “Plan your digital afterlife with Inactive Account Manager”, come se la morte fosse l’unica occasione in cui una persona normale potrebbe decidere di voler chiudere il proprio account su Google, ma lasciamo perdere. In effetti, la morte è una di quelle occasioni in cui il nostro account può essere disattivato, in base a come decidiamo di impostare la Gestione account inattivo, ma non è l’unica occasione in cui ci può servire: funziona benissimo anche se, per un qualsiasi motivo, decidiamo di chiudere il nostro account e vogliamo fare piazza pulita, oppure se abbiamo più account e vogliamo qualcosa che ci ricordi l'esistenza degli account secondari. Continuando magari a vivere, già che ci siamo. Qualcuno potrebbe ricordare il servizio di account commemorativo, offerto da Facebook quando uno dei suoi utenti tira le cuoia, ma la Gestione account inattivo è un poco diversa e non raggiunge quel livello di tristezza. Con questo servizio di Google, infatti, possiamo stabilire cosa fare quando smettiamo di utilizzare il nostro account (per qualsiasi motivo), ma anche il tempo che dovrà trascorrere, prima che il nostro account sia considerato inattivo: possiamo decidere, ad esempio, che il nostro account dovrà essere considerato inattivo, se non vi accediamo più da X mesi, e possiamo decidere cosa dovrà succedere al nostro account, una volta scaduto questo tempo. Ma vediamo più in dettaglio il suo funzionamento. Prima di tutto, accediamo alla pagina delle impostazioni del nostro account Google. Nella sezione centrale della pagina, verso il basso, troveremo adesso questa scritta, a introdurre il nuovo servizi di Gestione account:
Gestione dell'accountSe “leggiamo ulteriori informazioni e passiamo alla configurazione”, cliccando sul link, la nuova pagina si presenterà con questo aspetto. Guardando, ma soprattutto leggendo la colonna di destra, troviamo già riassunte tutte le informazioni che ci servono, a proposito del funzionamento del servizio, nonché un indizio molto preciso su come sarà strutturata la pagina successiva, dove potremo configurare il servizio. Anche la sezione centrale della pagina ci fornisce informazioni utili, ma è più che altro una presentazione generale del servizio. Per procedere alla configurazione, clicchiamo sul pulsante Configurazione (qualcosa che nessuno di voi avrebbe mai immaginato, vero?). Avvisami Questa è la prima sezione delle impostazioni, dove dobbiamo inserire un numero di cellulare e un indirizzo e-mail alternativo, a cui saremo contattati prima di procedere con qualsiasi operazione di chiusura del nostro account. È ovvio che, se progettiamo di utilizzare questo servizio per disattivare il nostro account una volta morti, fornire il nostro indirizzo e il nostro numero di cellulare potrebbe essere piuttosto inutile, dato che per allora saremo già morti e, a quanto mi risulta, da morti è difficile rispondere al telefono o leggere le e-mail. In ogni caso, è obbligatorio inserire un numero di cellulare (sì, Google ha una certa fissazione per i nostri numeri e cerca di ottenerli in ogni occasione e con qualsiasi scusa): a quel numero sarà inviato un SMS, prima di procedere con le successive operazioni di disattivazione. Periodo di timeout Qui dovremo decidere quanto tempo dovrà trascorrere dal nostro ultimo accesso, prima che un account possa essere considerato come inattivo: le possibili scelte sono 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 1 anno. Se non accediamo al nostro account Google per questo periodo di tempo, il servizio di Google ci avviserà che il nostro account sta per essere considerato come “inattivo”, con tutto ciò che ne consegue: l’avviso sarà inviato un mese prima dello scadere dei termini. Se abbiamo impostato 6 mesi, ad esempio, Google ci manderà l’avviso quando saranno trascorsi 5 mesi dal nostro ultimo accesso. Invia una notifica Bene, il tempo è scaduto, noi siamo stati avvisati e il nostro account è rimasto inattivo: cosa succede adesso? Lo decidiamo qui, almeno in parte. possiamo specificare un massimo di 10 persona, che noi consideriamo “amici fidati”, e che saranno avvisati della inattività del nostro account. In caso di nostra morte, è probabile che questi amici fidati se ne siano già accorti, dopo tutti questi mesi, ma non indaghiamo: potrebbero vivere dall'altra parte del mondo, ad esempio, o non essere particolarmente interessati a noi (begli amici...). A ogni modo, agli amici fidati che noi indicheremo sarà notificata la nostra inattività. Inoltre, possiamo anche inviare loro i dati del nostro account, se così vogliamo, oltre alla semplice notifica; nello specifico, possiamo inviare agli amici fidati i dati di questi servizi di Google: Gmail, YouTube, Picasa (gli album), Google+ (contatti, cerchie, profili, pagine e stream), Blogger, Google Voice, Google Drive, ma soprattutto i nostri +1 (chissà che felici...). Infine, possiamo impostare una risposta automatica, da inviare a chi ci scriverà su Gmail. Elimina account Una volta sistemato tutto quanto, possiamo decidere che il nostro account dovrà essere eliminato, se è diventato inattivo. L’eliminazione riguarderà sia i nostri dati personali, sia le nostre attività pubbliche, come i video condiviso su YouTube, i post su Blogger o Google+, e così via. E questo è quanto. Un servizio utile? Dipende dai punti di vista e dalle nostre abitudini. Se ci vogliamo liberare di un account su Google, il modo migliore è eliminarlo dalla pagina delle impostazioni, cliccando su “Chiudi l'account ed elimina tutti i servizi e le informazioni associati”, per cui la gestione account inattivo non serve. Resta dunque l’uso del servizio per preparare il nostro “testamento digitale” di Google, come ci è suggerito dalla presentazione stessa, ammesso che per noi sia davvero importante sapere cosa sarà dei nostri video di YouTube, quando saremo carne in decomposizione dentro a una cassa, oppure un mucchietto di ceneri dentro a un’urna. Se però il destino post mortem della nostra identità digitale ci preoccupa davvero, e se non ci fidiamo a lasciarne la gestione a un nostro erede, allora sì, il servizio potrebbe anche avere una sua utilità...
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