“E’ un mondo difficile”, canta Tonino Carotone in “Me cago en el amor”, e dunque è meglio vederlo nella giusta prospettiva. Google Earth 5 è morto, viva Google Earth 6, che ci propone un pianeta sempre più tridimensionale, da zoomare nei suoi meandri più reconditi, vero e proprio Wikileaks della geografia, con il suo omino giallo da trascinare su strade e stradine di Street View. Digito ergo vedo e conosco.
Google Earth 6 è un buon maquillage della versione precedente. Ci fa vedere il mondo com’è e il mondo com’era, in un confronto tra il prima e il dopo dell’urbanistica. Sorvoli la Varsavia di oggi e scopri la capitale polacca del 1935, prendi atto delle scelte degli uomini e della forza della natura, a volte spietata, come nel caso del terremoto di Haiti.
E poi Google fa greenwashing, dice che il nostro pianeta, senza alberi, sarebbe un luogo abbastanza desolato. Oltre a darci l’ossigeno che respiriamo, gli alberi sono una parte integrante del paesaggio che ci circonda. In Google Earth 6, ci sono anche loro, ricostruiti in 3D.
Google Earth 6, ovvero il mondo da osservare e preservare, si scarica qui.