Tra le conseguenze che temo di più, in seguito all’imminente arrivo di Google TV nei nostri salotti, in primo piano vedo una rivoluzione del business trainante di tutto questo circo, cioè quello degli spot pubblicitari.
Letteralmente “in primo piano” perché prevedo banner pubblicitari posti in sovraimpressione ad ogni programma televisivo e diversificati per localizzazione: mentre guardiamo Cosmo in TV, io potrei vedere lo spot del Kebabbaro di largo Garibaldi, un romano in una zona residenziale potrebbe vedere quello di una boutique di via Condotti, un milanese di Città Studi quello della copisteria all’angolo.
Una consolazione ci sarebbe, però: non vedrei più quell’improbabile igienista che va a lavarsi i denti alla cascata, ne’ quei noiosi siparietti con Enrico Montesano che mendica il sorbetto a casa Clerici.