Il progetto, partito qualche anno fa con un vantaggioso accordo con l’ufficio brevetti americano (USPTO), ora contiene oltre 8 milioni di brevetti provenienti dagli USA e si sta, via via, espandendo a tutto il mondo.
Nel 2012 viene stilato l’accordo anche con l’ufficio brevetti europeo (European Patent Office – EPO), ma non prima di aver migliorato il servizio di traduzione tecnica (tramite Google Translate) allo scopo di riservare al visitatore di tutte le lingue un adeguato supporto di traduzione anche di termini tecnici, scientifici e tecnologici.
Fino ad ora Google Patents contiene tutti i brevetti e casi applicativi (modelli di utilità, industriali, marchi, ecc.) emessi e depositati dall’Ufficio Brevetti americano dal 1790 fino ai giorni nostri restando esclusi i soli brevetti internazionali (che si prevedono di ampliare in futuro), per l’Europa invece siamo un po’ indietro e troviamo solo i brevetti registrati dal 1978 ad oggi.
Dal 2012 Google, estendendo il suo strumento di ricerca anche ai brevetti europei, ha lanciato anche il servizioPrior Art Finder per aiutare a trovare, tra i brevetti già depositati o in fase di deposito, quanti altri hanno protetto la stessa idea (magari similare o con descrizioni diverse) ed in quale data.
Ci si potrebbe trovare ad investire un sacco di soldi in questa idea, si inizia la produzione e, quando ormai pronti alla vendita, qualcuno rivendica i propri diritti e blocca tutto perché la stessa invenzione è stata depositata molti anni prima.
In realtà l’ufficio brevetti, benché fosse già molto organizzato, non poteva mai verificare con i pochi mezzi informatici disponibili (e ancor meno dai soli vecchi archivi cartacei) se una idea sia stata mai registrata, in quanto la registrazione può avvenira da diversi uffici e si basa solo sulla descrizione che fornisce lo stesso inventore.
Per ovviare a queste problematiche, Google ha creato nel 2006, per conto dell’USPTO, uno strumento di ricerca specifico per i brevetti. Utilizzando una sofisticata tecnologia associativa e lessicale tipica delle ricerche su Internet, ora, per gli inventori, la ricerca dell’esistenza di brevetti similari o equivalenti è più facile, più organica e più completa.
Il sistema funziona individuando frasi chiave nel testo della domanda di brevetto e li combina con una query di ricerca specifica, la visualizzazione dei risultati risulteranno pertinenti anche a Google Patents, Google Scholar, Google Ricerca Libri e in tutto il resto del web. L’intento è quello di rendere più facile l’analisi e le possibili rivendicazioni brevettuali ed integrare i risultati nel flusso di lavoro dei ricercatori di brevetto.
L’accordo tra Google e gli Uffici di deposito brevetti ha apportato vantaggi enormi ad entrambi aumentando i contenuti disponibili al primo e migliorando il servizio di ricerca ai secondi, evitando così perdite di tempo e di denaro anche agli inventori che ora si sentono più sicuri e tutelati. Inoltre la funzionalità Prior Art Finder mette a disposizione del pubblico una data certa per le eventuali rivendicazioni di originalità per quel determinato brevetto.
Un altro piccolo tassello tra i tanti del grande mosaico che Google sta raggruppando per specializzarsi e personalizzarsi ancor di più verso le esigenze della piccola e media impresa, offerto ad costo praticamente nullo.
Un saluto
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