La maggior parte di noi dovrebbe ormai esserne consapevole: oggi affidiamo al World Wide Web una quantità di dati sensibili, nonché una quantità di opinioni, orientamenti, passioni, odii, che contribuiscono a definirci come cittadini e, soprattutto, consumatori.
In questo ambito, la posta elettronica gioca un ruolo fondamentale, e proprio in ciò risiede un problema importante: cosa succede se, per un qualche motivo, non possiamo accedere al nostro account per un periodo di tempo prolungato? Fatta salva la connettività mobile, potremmo comunque essere impossibilitati, in maniera temporanea, o definitiva, come riusciamo a immaginare.
E allora cosa succede al nostro account? Google ci ha pensato e ha creato il servizio di Gestione account inattivo: vale a dire, Google “comprende” se non usiamo il nostro account da un tot di tempo, e noi possiamo dunque decidere un periodo di timeout. Tre, sei, nove, dodici mesi, dopo i quali la posta, ma non solo, dato che si può agire su ogni singola “emanazione” dell’account Google, può essere dirottata su un’altra casella, o cancellata. In questo modo, qualora si voglia, è possibile avere un maggior controllo sulla propria corrispondenza telematica, nonché su altri propri dati, nel malaugurato caso in cui, per le ragioni di cui sopra, l’accesso dovesse risultare impossibile.
Idea di grande utilità, quella di Google, vista la crescente presenza di ognuno di noi all’interno della “grande ragnatela”. Dopo le pagine “commemorative” di Facebook, o l’app che posta su Twitter per i defunti.
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