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Google Plus parte con il piede giusto

Creato il 04 luglio 2011 da Appleforyou83
Google Plus parte con il piede giustoDopo il fallimento dei precedenti tentativi di Google, come Buzz e Wave, è bene andarci cauti prima di recensire un nuovo servizio “social” della grande G. Il neonato Google Plus, lanciato giovedì scorso, sembra però essere partito col piede giusto, prendendo il meglio da Facebook e aggiungendoci una migliore gestione della privacy e dei piccoli grandi ritocchi, come gli “hangouts”, i ritrovi in videoconferenza, che stanno facendo andare in brodo di giuggiole i primi utilizzatori.
Le prime reazioni degli “early adopter” sono state per lo più positive, anche se c’è stato chi ha sottolineato come G+ sia ancora ben lontano dal poter essere un “Facebook killer”, se non altro perché con una bacino di 700 milioni di utenti ormai fidelizzati, il network di Zuckerberg gode di un vantaggio competitivo difficile da eguagliare. Tuttavia ci sono anche parecchi indizi che portare a ritenere che Google Plus non farà la fine di Buzz.
Il principale, da cui discendono tutti gli altri è che, come hanno dichiarato gli stessi ingegneri di Mountain View, G+ non è un servizio, ma “un progetto” il che, tradotto, significa che, come indica il nome stesso, Plus non è altro che un’estensione, un potenziamento di tutte la applicazioni facenti parte dell’ecosistema Google, con cui è perfettamente integrato.
Una volta registratisi al servizio e inserite le proprie credenziali nella barra orizzontale del proprio account appaiono un paio di nuovi pulsanti: un’icona che segnala qualsiasi notifica in arrivo (come accade su Facebook) e un pulsante “share” per condividere qualsiasi contenuto interessante con la propria “cerchia” di amici. Già, le “cerchie”.
Come fa notare fra gli altri Giovanni Boccia Artieri su Apogeo, il nuovo sistema di suddivisione dei contatti introdotto da Google, le cerchie di amici, sono qualcosa di più di un simpatico elemento grafico con degli utili effettini di drag ‘n drop per cui basta rilasciare un “contatto” su un’icona circolare per sancirne l’appartenenza a un dato gruppo. Rappresentano una metafora che porta con sé un intero nuovo approccio alla condivisione.
Paradossalmente, Facebook, il campione del social, ha una struttura puramente verticale e centralizzata; per instaurare un rapporto è necessaria la reciprocità dell’amicizia, a differenza di quanto avviene per esempio su Twitter, dove si possono seguire gli aggiornamenti di una data persona in maniera unilaterale, e diversamente da quanto accade ora su G+. Questo consente di usare il network non soltanto in maniera emozionale, ma anche a scopo “educativo”, per scovare contenuti interessanti condivisi da persone influenti di cui difficilmente si potrebbe ottenere l’amicizia - buffo, ma vero, una delle persone maggiormente aggiunte alle varie cerchie in queste ore, è proprio Mark Zuckerberg.
Un aspetto rafforzato dalla funzione “spunti” (o “sparks”) di G+, grazie alla quale si può creare rapidamente un feed di notizie su un certo argomento. Non è perciò azzardato affermare che Plus si presenta come possibile alternativa non solo a Facebook, ma anche a Twitter.
Altri punti di forza del nuovo prodotto di Mountain View sono l’integrazione col sistema operativo per cellulari Android per l’utilizzo in mobilità – è già disponibile un’applicazione ad hoc – la possibilità di esportare i contatti con facilità, tramite lo strumento Data Liberation Front e la migliore gestione, rispetto a Facebook, del tagging delle foto: quando si viene menzionati in un’immagine, si viene immediatamente avvisati e si può così, se necessario, eliminare l’etichetta.
Ci sono è chiaro, in G+, anche alcuni peccati di gioventù che si auspica siano eliminati dopo la prima fase di test (al momento si accede al servizio solo su invito, in via sperimentale): il principale è l’attivazione automatica della ricondivisione di un post; in altre parole, una volta che si pubblica qualcosa in bacheca, anche se si è limitata la condivisione a una specifica cerchia, nulla vieta che qualcuno dei nostri amici ricondivida l’elemento fra i suoi contatti, anche senza la nostra autorizzazione. Un rimedio c’è: dopo aver inserito un messaggio, cliccare sulla freccetta sulla destra e scegliere “disabilita ricondivisione”.
Poi c’è un problema più generale, che riguarda soprattutto chi voglia trasferirsi armi e bagagli da Facebook a G+, ed è quello di portare con sé tutti i propri contatti. Facebook non fornisce un sistema semplice per esportare le amicizie, per cui bisogna ricorrere a qualche trucco; chi ha un indirizzo mail di Yahoo può usare la funzione apposita per importare tutti gli indirizzi mail degli amici di faccialibro nella rubrica di posta elettronica, e da lì esportarli sotto forma di file Csv nei contatti di Google oppure usare l’opzione Connetti account nella sezione “trova amici” di Plus. In alternativa, si possono usare programmi o estensioni del browser ad hoc come Facebook Friend Exporter e Friends2Gmail.
Via lastampa.it

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