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Tra i tanti servizi più o meno utili offerti da Google, che non starò a elencare perché in buona parte li conoscerete già, ce ne sono alcuni di grande interesse ma di scarsa visibilità, almeno al grande pubblico. Il che è un peccato, dato che offrono una occasione molto istruttiva per gettare uno sguardo sul “dietro le quinte” della Rete e sul modo in cui persone e istituzioni interagiscono con e attraverso la Rete stessa. Oggi parlerò di uno di questi servizi: il Transparency Report. Come il nome stesso ci indica, il Transparency Report di Google è un tentativo, più o meno riuscito a seconda del proprio punto di vista e delle proprie convinzioni, che Google fa per tenere aggiornati i suoi utenti sul modo in cui l’azienda interagisce con persone e istituzioni, per gestire i dati e le informazioni sparse nel mare magnum della Rete. In forma più semplice, il Transparency Report è uno strumento che il signor Google utilizza per dirci: «Ragazzi, negli ultimi tre mesi ho ricevuto tot richieste di rimozione da parte di queste aziende, questi governi e queste istituzioni; sempre nello stesso periodo, ho ricevuto anche tot richieste di fornire informazioni sui miei utenti, da parte di queste aziende, questi governi e queste istituzioni. Questa è la lista completa, a voi trarne le conclusioni che preferite.» Bello o brutto che sia, è sicuramente un servizio molto interessante, almeno a mio parere, e forse sarebbe utile pubblicizzarlo un poco di più. Come si può vedere già dalla Home, il Transparency Report è diviso in quattro parti: Traffic, Removal Requests, User Data Requests, Map. Ognuna di queste parti contiene dati e grafici, che possono essere passati in rassegna per periodi di tempo e che probabilmente faranno la gioia di molti appassionati di statistiche e numeri. Chi invece non è appassionato di numeri e statistiche, può comunque osservare la distribuzione geografica e cronologica di blocchi e richieste, ripescando anche alcune curiosità, come il video di YouTube per cui nel 2010 la polizia italiana ha chiesto e ottenuto la rimozione, in quanto “ostile al governo in carica”. Ma guardiamo più in dettaglio il contenuto di questi Report. La sezione Traffic contiene un grafico sull’accessibilità dei vari servizi offerti da Google, suddivisi per tipo di servizio (anzi, per prodotto, come li definisce Google stesso), giorno e nazione. Per conoscere ad esempio l’andamento del traffico su YouTube in Italia, basta selezionare “Italia” come paese, “YouTube” come servizio e poi scorrere il grafico per osservare il giorno e l’orario che ci interessano. In basso, è disponibile anche una lista dei vari blocchi, parziali o totali, subiti da alcuni prodotti di Google nei vari paesi del mondo, con la data in cui il blocco si è verificato. Come si può notare subito, e come era facile prevedere, il 2011 è stato un anno ricco di blocchi nei paesi arabi. La sezione Removal Requests, come è facile intuire, contiene tutte le richieste di rimozione di contenuti ricevute da Google, relativamente a materiali che violerebbero il copyright di qualcuno o qualcosa, ma anche relative a materiali che infrangono leggi di qualche stato. Le richieste di rimozione sono infatti divise in due grandi blocchi: rimozione per cause legate ai copyright e rimozione per cause legate al governo. Nel blocco “Copyright” sono catalogate tutte le richieste inoltrate da detentori del copyright e da gruppi che coordinano i detentori di copyright. È una sezione molto interessante da studiare, perché ci informa su quali siano le aziende più attive nelle richieste di rimozione, ma anche quali siano le “vittime” preferite, ossia i siti che più spesso ricevono richieste di rimuovere materiali. Non è certo una sorpresa scoprire che ai primi posti si trovano adesso FilesTube, 4shared e i vari aggregatori di torrent. Le richieste di rimozione governativa, invece, si riferiscono ovviamente alle richieste avanzate da un qualche governo, per rimuovere elementi considerati contrari a una qualche legge: la censura vera e propria, insomma. Anche qui ci si può divertire a studiare i paesi più attivi, le percentuali di rimozione e tutto il resto. A titolo informativo, non sono inclusi i dati sui materiali rimossi in proprio da Google, che sono quasi tutti relativi alla pornografia infantile (o almeno così dichiara Google). La sezione User Data Requests contiene tutti i dati relativi alle richieste di informazioni personali che Google ha ricevuto da agenzie governative e collegati a casi criminali. Per adesso. In futuro potrebbe includere anche altre categorie di richieste, almeno a detta di Google. In pratica, se Google riceve dall’Italia una richiesta di informazioni sul signori Pincopallino, perché è sospettato di essere un pedofilo, questa richiesta sarà inserita tra i dati presenti in questa sezione. Se un paese non è presente in una determinata fascia di tempo, significa che in quel periodo ha effettuato meno di 30 richieste a Google. I dati sono riportati come semplice elenco dei vari paesi, ma è anche possibile scaricare il pacchetto completo dei dati, per poterli consultare o utilizzare come si preferisce. La sezione Map, infine, ci offre tutti i dati precedenti inseriti in una comoda mappa: ogni stato può essere cliccato e ci apparirà una finestra popup con le informazioni relative all'attività di quello stato, come si può vedere nell'immagine sottostante.
Oltre a informare e fornire i dati sulle attività dei governi e delle aziende, Google ne approfitta anche per informarci sull'esistenza di servizi che, almeno in parte, permettono di aggirare un blocco completo di internet, eventualità sempre possibile in alcuni paesi. Per chi già non lo sapesse, infatti, esiste un servizio per diffondere messaggi anche in assenza di una connessione internet nella propria area geografica ed è il servizio speak2tweet, tramite cui si può telefonare a un numero e lasciare un messaggio vocale, che sarà immediatamente diffuso su Twitter, indicando la zona di provenienza del messaggio. Sempre chiamando gli stessi numeri, è anche possibile ascoltare i messaggi inviati da altri. Chi ha una connessione internet attiva, invece, li può seguire direttamente su Twitter. Se mai doveste averne bisogno, i numeri a cui telefonare sono i seguenti: +16504194196 +390662207294 +442033184514
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