Posted on ott 9, 2013
Giorgio Vigna. Stati Naturali
Percorsi ritrovati in forme primarie
a cura di Paola Marini
11 ottobre 2013 – 6 gennaio 2014
Museo di Castelvecchio | Verona, Corso Castelvecchio, 2
Inaugurazione, venerdì 11 ottobre ore 19.30
Stati Naturali, una personale di Giorgio Vigna al Museo di Castelvecchio a cura di Paola Marini, direttrice dell’istituzione museale; una mostra promossa dal Comune di Verona che inaugurerà in occasione di ArtVerona e sarà visitabile fino al 6 gennaio 2014.
Presentazione mostra
Un percorso di segni, interventi puntuali dell’artista, disseminati lungo gli spazi museali, che metteranno in relazione alcuni tra i più rappresentativi lavori di Giorgio Vigna con le opere antiche allestite all’interno del museo scarpiano, dal giardino fino a Sala Boggian, dove saranno esposte le opere più significative della sua ricerca artistica. L’acqua è la metafora che meglio racconta la mostra; l’acqua dell’Adige, che fin da piccolo ha affascinato Giorgio Vigna, nato a Verona, che ha percepito il fiume come un punto di riferimento, capace di determinare il suo orientamento con una partitura densa di emozioni e suggestioni: trasparenza/fluidità, vuoto/pieno, leggero/pesante, visibile/nascosto. A supporto di questo viaggio immaginario, il vetro, il metallo, la carta, nell’incontro tra la materia e le sue diverse sperimentazioni. A partire da Acquaria, l’installazione di sassi di vetro di Murano creata appositamente per la fontana d’ingresso, che al termine della mostra troverà una sede permanente nella vasca grande; si passa per Acqua, una ciotola colma d’acqua purissima posta ai piedi del Cristo Crocefisso di Jacopo Bellini (1435 – 1445), internamente realizzata con lastra in rame tornita e vetro di Murano; fino ad arrivare alle opere rarefatte di Sala Boggian dove con vetro, carta, metalli, l’esplorazione dei materiali ne sfida i limiti per farne emergere forme inaspettate, dinamiche e pacificatorie al tempo stesso.Catalogo edito da Electa, con contributi di Paola Marini, Luca Massimo Barbero, Maria Sebregondi, Alba Di Lieto.

Sperimentando le potenzialità della materia – vetro, rame e oro così come materiali di scarto – ne asseconda la natura e ne esplora allo stesso tempo i limiti estremi, svelandone possibilità nascoste fino al paradosso e facendone perdere le coordinate di partenza.
Acqua, terra, fuoco, vento, ombre, luce, trasparenze, sono elementi cardine della sua ricerca, in cui il naturale e l’artificiale, l’immaginifico e il sublime, s’incontrano e scontrano in opere sospese tra il possibile e l’irreale. Macro e microcosmo convivono e si arricchiscono l’un l’altro, attraverso la collisione provocata all’interno della stessa serie di lavori.


