Gotham (serie tv, episodio pilota) Rete americana: Fox Rete italiana: dal 12 ottobre su Italia 1 i primi due episodi, gli altri dal 20 ottobre su Premium Action Ideatore: Bruno Heller Cast: Ben McKenzie, Donal Logue, David Mazouz, Erin Richards, Robin Lord Taylor, Jada Pinkett Smith, Zabryna Guevara, Sean Pertwee, Camren Bicondova, Cory Michael Smith Genere: crime fumettoso Se ti piace guarda anche: i film su Batman, Arrow, CSI
Gotham City senza Batman e Joker è un po' come una blogosfera cinematografica senza il mio blogger rivale Mr. James Ford e il sottoscritto Cannibal Kid. Sì certo, potrebbe esistere comunque, ma sarebbe un sacco meno interessante. Questa è l'impressione che si ha guardando il pilot di Gotham, specie di prequel delle avventure del Cavaliere Oscuro. Quella di una serie che si potrà anche guardare, ma che difficilmente offrirà enormi motivi di interesse.
Facciamo comunque ordine e cominciamo dall'inizio. La puntata pilota di Gotham parte dall'omicidio dei genitori del piccolo Bruce Wayne.
"M'hanno ucciso mamma e papà, chi sia stato non si sa,
forse quelli della mala, forse la pubblicità."
Piccolo Bruce Wayne che è un bimbettominkia pericolosamente somigliante all'odioso Henry di Once Upon a Time.
Questo pirletti nel futuro è destinato a diventare così?
"Mi state pigliando per il culo, vero?"
Ho citato Once Upon a Time e non a caso. Nonostante la serie favolistica sia tanto criticata, e negli ultimi tempi anche a ragione, almeno per quanto riguarda l'idea iniziale è una delle poche cose originali viste in tv negli ultimi anni. Per quanto possa essere originale lo spunto di utilizzare dei personaggi già noti e cercare di reinventarli in versione seriale. Un'idea brillante che è stata poi scopiazzata da Penny Dreadful, che ha preso alcuni protagonisti della letteratura gotica e li ha mixati insieme, e in parte anche da questo Gotham, che rilegge a suo modo l'immaginario fumettistico della città di Batman. A questo punto ci dobbiamo aspettare una classica serie supereroistica? Non esattamente. Bene, ci dobbiamo allora aspettare qualcosa di originale? No, proprio no. Gotham non è una serie supereroistica, non come Smallville o come Arrow, benché le atmosfere patinate finto-dark non siano poi troppo distanti da quest'ultimo, quanto un crime procedural piuttosto standard. Pare di stare dentro uno spin-off di CSI, tanto che non avrebbe sorpreso nessuno se l'avessero intitolato CSI: Gotham. I fan del poliziesco apprezzeranno, gli altri meno. Da tipico buddy movie visto e stravisto sembra inoltre il rapporto tra i due detective protagonisti: il “vecchio” e navigato Donal Logue, attore parecchio anonimo che in curriculum vanta finora qualche apparizione in Vikings, Sons of Anarchy e Law & Order: SVU, e il giovane pivellino ma non troppo Ben McKenzie. Come se la cava Ben? A lui ci sono affezionato per via di The O.C., anche se gli ho sempre nettamente preferito il mitico Adam “Seth Cohen” Brody, però avevo dimenticato il suo sguardo imbambolato. Se Derek Zoolander come mossa speciale ha la “Blue Steele”, Ben McKenzie ha la “Ryan Atwood”. E 40 minuti di lui che se ne va in giro con questo sguardo da cucciolo smarrito per le pericolose strade di Gotham possono risultare un tantino pesantucce.
"Non è vero che ho solo l'espressione imbambolata..."
"Ho pure quella imbambolata-incazzata."
Se la serie, almeno per quanto riguarda il pilot, ha le fattezze soprattutto di un procedural poliziesco, i toni fumettosi promessi dal titolo sono allora regalati non tanto dai due (poco true) detective, quanto dai cattivoni. Qui arrivano le note più positive e gli (unici) spunti potenzialmente più intriganti della serie. Jada Pinkett Smith carica in maniera eccessiva la sua Fish Mooney, ma essendo una serie basata sull'universo dei fumetti della DC Comics ci può stare.
"Pronto, Willy? Lo so, non sono un'attrice fenomenale, però sempre meglio di te.
E soprattutto di nostro figlio!"
Il migliore è comunque Oswald Cobblepot ovvero il Pinguino, interpretato dal promettente Robin Lord Taylor, uno con lo sguardo da pazzo azzeccato per la parte.
"Uffa..."
"Ho comprato il giornale per sapere i risultati delle partite di ieri,
mica per vedere le imprese di 'sti due pirletti."
Compare pure una giovane Catwoman, ma per ora sembra solo una ragazzina pazza che si aggira per i tetti di Gotham City come una stalker.
L'attesa è allora tutta per vedere comparire il Joker, ma questa è una carta (parola usata non a caso) che gli autori, se sono furbi, si giocheranno solo più avanti, quando la serie sarà in fase calante. Il problema è che già dal pilot Gotham è in fase calante. Pare una versione più seriosa e meno dark dei due Batman di Tim Burton, oppure una versione meno kitsch dei Batman Forever e Batman & Robin firmati da Joel Schumacher, o ancora una versione più sfigata e molto meno epica della trilogia del cavaliere oscuro girata da Christopher Nolan. In ogni caso, pare una versione meno qualcosa di qualcosa già noto e, soprattutto, mancano le sorprese. Tutto procede in maniera banale e scontata, prevedibile come in un qualunque crime, dalle atmosfere giusto un filo più noir e fumettistiche del solito. A questo punto, quello che lo spettatore medio si chiederà è: “Non c'è Batman, se non una sua versione bimbominkiosa. Non c'è manco, non ancora almeno, Joker, ma almeno c'è della figa?” La risposta a tale domanda è sì, c'è la bionda Erin Richards, di recente intravista nel pessimo horror Le origini del male.
C'è della figa, e questo fa sempre piacere, ma allo stesso tempo è un cliché. Pure quella è una cosa prevedibile, come tutto il resto in questa nuova poco promettente serie, che non mostra davvero niente di niente di nuovo sotto al sole. D'altra parte nell'ombrosa Gotham forse è normale che sia così.