Anno: 2012 Editore: Einaudi, Collana Stile Libero Pagine: 241 ISBN: 978-88-06-20972-8 Euro: 17,50
In questa raccolta di racconti, tutti già editi su varie riviste di genere (dal 200 al 2012), e che comprende però un racconto inedito ("I denti del nonno"), Eraldo Baldini prosegue la sua ricerca all'interno del perturbante letterario rurale.
Mi sembra utile partire dalla postfazione di Francesco Guccini alla prima edizione di questo libro di Eraldo Baldini (Frassinelli, 2000), ripubblicato da Einaudi del tutto riveduto e corretto. Scrive Guccini: "Al mio paese, i vecchi, parlando del passato, dicevano sempre che, nelle lunghe notti d'inverno, si radunavano 'a veglia' in casa dell'uno o dell'altro e lì, per passare il tempo, un narratore raccontava storie; il più delle volte si trattava di vicende misteriose, di apparizioni o sparizioni improvvise, di case in cui qualcosa di inquietante era avvenuto e in qualche modo 'ci si sentiva' di personaggi malefici e mitici nei quali però sovente credevano; insomma, si raccontavano storie per 'farsi paura'". Guccini prosegue asserendo che Baldini ben conosce questi ambienti agricoli, rurali appunto, e li usa come ideale sfondo per la sua letteratura perturbante. Come non essere d'accordo con Guccini? Il libro di Baldini, di cui avevo già letto l'interessantissima raccolta di racconti "Bambini, ragni e altri predatori" (Einaudi, 2003), mi ha fatto un'ottima impressione. Ma direi che è proprio l'ambientazione arcadico-perturbante di tutti i racconti a rendere il libro molto omogeneo aldilà della frammentazione narrativa che ogni antologia comporta. In "Gotico rurale" è infatti la Natura, declinata di volta in volta sotto forma di Campagna, di Montagna, di Palude, a farla da padrona e protagonista assoluta. Siamo nella Pianura romagnola, quella che dista pochi chilometri dal mare, ma che diventa subito oscura e torva collina piena di sottoboschi insidiosi, paludi dense di gore e stagni salmastri, distesa di campi di grano in cui facilmente ci si può perdere. In questo contesto Baldini riesce ad evocare atmosfere degne del King dei fasti migliori, oppure di storie in stile cinematografico come "Jeepers Creepers" (vedi ad esempio i racconti "Urla nel grano", e "Country Fight Club", storia quasi teen-slasher in minore, ma molto potente sul piano emotivo). Sono peraltro diverse e ben armonizzate nella loro cornice antologica le ispirazioni letterarie di Baldini: ad esempio possiamo trovare la cupezza romanticheggiante di un Tommaso Landolfi, nel bellissimo quanto essenziale racconto "Il Gorgo Nero", esaltante descrizione dell'oscuropanorama naturale dei monti dell' Appennino marchigiano. Sentite un pò: "Settembre era arrivato e aveva portato con sé nubi basse e informi, gravide di umidità, che scivolavano sui fianchi dei monti neri di boschi. Le rade borgate e le case di sasso parevano lottare per difendersi dall'abbraccio lussureggiante della selva silenziosa e imponente". Si coglie cioè in questo libro una grande attenzione alla sensorialità evocata dal paesaggio naturale descritto, che certamente Baldini ben conosce ed ha visitato più volte lui stesso perdendosi sugli argini del Po, o ai margini di burroni e orridi e gole appenniniche, come un Paolo Rumiz (altra "musa ispiratrice" che si coglie tra le righe) del sovrannaturale, come si può ben vedere nel seguente incipit del racconto "Nella nebbia": "Quando salii sull'argine basso e coperto di canne palustri, affacciandomi su uno stagno, le anatre partirono, veloci e scure contro il cielo. Le seguii con lo sguardo finché si persero dietro un'isola d'alberi. Lontano, la macchia bianca e lenta di una garzetta si muoveva nell'azzurro, e richiami di uccelli si sentivano ovunque, nel folto o dietro dossi invisibili che chiudevano bassure e pozze nascoste". E' una natura "acqua cheta" quella di Baldini, che sotto la superficie nasconde tuttavia abissi e gorghi mefitici, ma anche creature della mitologia popolare, orchi, streghe dalle mani grondanti alghe e radici spinose, che artigliano malcapitati bambini in quelle terre nascoste e misteriose. Quella dello scrittore ravennate non è però una scrittura deliberatamente horror. Il suo interesse è per quell'elemento intermedio che si cela all'interno del "mistero delle cose" umane. E non dimentichiamoci che Baldini, oltre ad essere uno scrittore di storie, è anche un antropologo, uno studioso cioè della primitività che ancora sussiste ed esiste in molte aree mentali e fisiche della nostra nazione. "La collina dei bambini" è ad esempio la ricostruzione di eventi risalenti al Medioevo romagnolo e facenti parte della tradizione orale dei luoghi: molto bello, intenso, molto ben scritto. Oltre all'elemento "antropologico", un altro tema caro a Baldini, largamente presente nella raccolta, è quello dell'infanzia e del sadismo a cui può dare voce. A questo proposito non posso evitare di menzionare il drammatico e inquietante "L'insuccesso scolastico e le sue conseguenze", a metà tra una specie particolare di noir contadino che racconta i soprusi di un gruppo di ragazzini mentre giocano "innocentemente" a pallone, e il gotico puro. Direi comunque che uno dei migliori racconti rimane "Re di Carnevale", molto violento sul piano psicologico, narrazione molto viva di ciò che può portare con sé il razzismo e l'odio verso il "forestiero". Per concludere queste brevi note, nel racconto, inedito, "I denti del nonno", Baldini si lascia alla fine trasportare deliberatamente nei territori di quello che potremmo definire come un horror-pop molto comico, e anche qui, pur discostandosi dai temi lugubri e dagli ambienti fumosi e nebbiosi di altri racconti, dà comunque il meglio di sé attraverso una scrittura rapida, scoppiettante, sempre capace di coinvolgere il lettore nella narrazione. "Gotico rurale": consigliatissimo agli amanti del Perturbante in letteratura, e in ogni altro luogo dell'arte in cui tale stilema allunghi i suoi artigli.