Il governo Monti ottiene la fiducia del Parlamento. Dopo Il Senato, anche la Camera ha votato la fiducia con 556 voti favorevoli e 61 contrari. I deputati presenti e votanti sono stati 617, la maggioranza richiesta era di 309 voti.
Basta alibi per fomentare la contrapposizione.
E’ il messaggio che lancia il leader dell’Udc nelle sue dichiarazioni di voto alla Camera. “Qualche settimana fa in questa Aula si parlava di antipolitca e anche io dissi che l’ondata di antipolitica ci avrebbe travolto tutti, maggioranza e opposizione. Oggi gli alibi sono finiti. Tutti ci siamo nascosti dietro alibi e dietro Berlusconi. Ma oggi non ci sono piu’ alibi, la storia e’ destinata a cambiare ed e’ nelle nostre mani’ dice il leader dell’Udc esortando destra e sinistra ad abbandonare una sterile contrapposizione ‘che e’ solo un alibi per chi fallisce”.
TUTTI I MINISTRI
RENATO BALDUZZI, nuovo ministro della salute, è un giurista esperto di Sanità e presidente dell’Agenas, l’agenzia per i servizi sanitari regionali e al ministero della Salute ha già lavorato nell’ufficio legislativo del ministro di allora Rosy Bindi. Nato a Voghera, 56 anni, sposato con tre figli è professore ordinario di diritto costituzionale nell’Università del Piemonte Orientale e professore invitato nell’Università di Paris-Val de Marne (Paris XII). Suo il contributo a scrivere impostanti passaggi di leggi di riforma sanitaria varati durante il governo Prodi, come le norme sul lavoro in esclusiva dei medici del servizio pubblico. Nella sua biografia compaiono anche numerose pubblicazioni sul diritto regionale, l’organizzazione sanitaria, il diritto degli enti locali, drafting legislativo e anche le biotecnologie, tutti temi che fanno capo al dicastero che dovrà guidare.
FABRIZIO BARCA, neo sottosegretario alla Coesione Territoriale, è direttore generale presso il ministero dell’Economia e delle Finanze. E’ figlio di Luciano Barca, partigiano, deputato nelle fila del Pci, direttore dell’Unità ed economista. Fabrizio Barca è stato dirigente nel Servizio Studi della Banca d’Italia, Capo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione e Presidente del Comitato politiche territoriali dell’Ocse. Dopo la laurea in Economia presso la Facoltà di Scienze Statistiche e Demografiche dell’Università di Roma e un Master in “Economics” presso l’Università di Cambridge, è stato Visiting Professor presso il Mit e la Stanford University.
ANNA MARIA CANCELLIERI. Nata a Roma nel 1943, sposata e con due figli, nonna, laureata in Scienze politiche, giornalista pubblicista, Cancellieri inizia nel 1972 la sua carriera direttiva al ministero dell’Interno. Viene nominata capo ufficio stampa e relazioni esterne della Prefettura di Milano e responsabile del progetto Efficienza per la pubblica amministrazione. Nel luglio del 1993 viene nominata prefetto e torna a Roma. In seguito assume gli incarichi di prefetto di Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania e Genova. Nel 2009 va in pensione. Nel novembre di quell’anno viene infatti nominata commissario straordinario del Teatro Bellini di Catania. Nel febbraio 2010, il suo predecessore al Viminale, Roberto Maroni, la chiama a guidare il Comune di Bologna, in seguito alle dimissioni del sindaco Flavio Delbono, travolto dal cosiddetto Cinzia-gate.
MARIO CATANIA, neoministro delle Politiche agricole, è un ‘supertecnico’ esperto di politiche comunitarie, con un bagaglio di importanti incarichi a Bruxelles. Attualmente responsabile del Dipartimento delle politiche europee e internazionali del dicastero delle Politiche agricole, è il dirigente che ha finora trattato per l’Italia la Pac, la proposta di politica agricola comune vera ‘bestia nera’ per l’intero mondo agricolo nazionale. Romano, 59 anni, laureato in giurisprudenza, Catania sarà quindi il ministro in prima linea a Bruxelles nelle trattative per la messa a punto della Pac nei prossimi mesi, cercando di mettere argine ai tagli dei finanziamenti previsti per l’Italia. Con l’ingresso nel 1978 al ministero, quella di Catania è stata una carriera tutta interna al dicastero di via XX settembre, stretto collaboratore degli ultimi tre ministri delle Politiche Agricole.
ANTONIO CATRICALÀ è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, , torna a Palazzo Chigi dove è già stato segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sposato, due figlie, Catricalà è stato fino ad oggi Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ruolo ricoperto dal 9 marzo 2005. Il suo incarico all’Antitrust sarebbe terminato a marzo 2012, momento in cui, secondo le sue stesse parole, avrebbe puntato a “rindossare la toga”, tornando quindi alla sua lunga carriera di magistrato e giurista. Nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952, a ventidue anni si è laureato con lode in legge a Roma ed è stato nominato, a seguito di concorso, assistente di Pietro Rescigno (La Sapienza – Facoltà di Giurisprudenza), di cui era stato studente. Per due anni ha studiato economia, sociologia, storia e scienza dell’amministrazione presso l’Istituto Luigi Sturzo di Roma, dove è stato allievo di Federico Caffé. A ventiquattro anni ha vinto il concorso in magistratura ordinaria e ha superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense. Ha vinto i concorsi per procuratore dello Stato e, a ventisette anni, per avvocato dello Stato. Nel 1982 ha vinto il concorso per consigliere di Stato.
CORRADO CLINI, neo ministro dell’Ambiente, si sposta di pochi metri: il suo ufficio attuale da direttore generale del dicastero di via Cristoforo Colombo sale al piano nobile occupato precedentemente da Stefania Prestigiacomo. Attualmente alla guida della direzione generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l’energia, Clini – 64 anni, laureato in medicina del lavoro e in igiene e sanità pubblica – é ‘senior research fellow’ ad Harvard ed è autore di oltre 40 pubblicazioni scientifiche. E’ coordinatore della Commissione tecnica del Cipe che ha elaborato il piano nazionale per la riduzione delle emnissioni dei gas ad effetto serra; è stato presidente del comitato nazionale di gestione per le attività del protocollo di Kyoto (2005-2009); focal point del protocollo di Montreal per la protezione della fascia di ozono; è stato membro del consiglio di amministrazione e vice commissario dell’Enea (2004-2007).
GIAMPAOLO DI PAOLA, 67 anni, campano di Torre annunziata ed attuale presidente del Comitato militare della Nato, è il nuovo ministro della Difesa: l’ultima volta che un militare ha ricoperto questo incarico è stato 16 anni fa, quando il generale Domenico Corcione entrò a far parte del governo Dini, dal gennaio ’95 al maggio 1996. Di Paola indossa l’uniforme da circa 48 anni. Entrato all’Accademia navale nel 1963, è stato nominato guardiamarina nel 1966. Quindi una serie di promozioni, fino a quella di ammiraglio di Squadra, il primo gennaio 1999. E’ un sommergibilista. Dopo la specializzazione presso la Scuola sommergibili, infatti, dal 1968 al 1974 ha prestato servizio con vari incarichi a bordo dei sommergibili convenzionali ‘Gazzana’ e ‘Piomata’.
ELSA FORNERO, neo ministro del Welfare, economista è una delle maggiori esperte di previdenza in Italia. Nata a San Carlo Canavese (Torino) nel 1948 è professore di Economia Politica presso l’Università di Torino. Convinta sostenitrice di una riforma strutturale e non estemporanea della previdenza che comprenda l’estensione del metodo “contributivo pro rata” per tutti Fornero ha sottolineato anche più volte la necessità di una fascia flessibile di uscita per uomini e donne tra i 63 e i 70 anni. Questo tipo di interventi oltre a essere equi e di prospettiva potrebbero portare risparmi consistenti. Il calcolo dell’importo della pensione, nel caso di contributivo e di fascia flessibile di uscita, sarebbe a questo punto collegato ai contributi versati e al momento nel quale si decide di uscire dal lavoro. Fornero ha inoltre ribadito più volte la necessità di un intervento “universale” che elimini ogni sacca di privilegio. Sposata con Mario Deaglio, economista ed editorialista della “Stampa” ha due figli e tre nipoti.
PIERO GIARDA che dovrà mediare i rapporti tra un Governo tutto tecnico con il Parlamento. Ma Giarda ha già esperienza in questo senso avendo passato, come sottosegretario al Tesoro, 6 anni tra le aule e le commissioni parlamentari. Tra le ultime attività svolte da Girda il coordinamento di uno dei tavoli di analisi sull’analisi della spesa pubblica all’interno della riforma del fisco. Laureato in economia e commercio nell’Università Cattolica di Milano nel 1962, ha studiato nelle Università di Princeton e Harvard nel periodo 1965-69; libero docente di Scienza delle finanze e diritto finanziario nel 1970. Ha insegnato all’Università Cattolica dal 1968 fino al 1976 in qualità di professore incaricato; dal 1976 al 2001 in qualità di professore ordinario di Scienza delle finanze. Ha insegnato anche alla Università degli Studi della Calabria dal 1972 al 1975 e all’Università di Harvard nel 1970. Sottosegretario al Tesoro dal 1995 al 2001 con i governi Amato, D’Alema (I e II), Prodi (I) e Dini (I).
PIERO GNUDI, 72 anni, nuovo ministro senza portafoglio dello Sport e del Turismo nel nuovo governo Monti, è stato dal 2002 e fino ad aprile scorso per tre mandati consecutivi presidente del consiglio di amministrazione dell’Enel, dove è stato sostituito da Paolo Andrea Colombo. Laureato in economia e commercio nel 1962 presso l’Università di Bologna e titolare di uno studio commercialista con sede a Bologna, ha rivestito numerose cariche all’interno di consigli di amministrazione e di collegi sindacali di importanti società italiane, tra cui STET, ENI, Enichem, Credito Italiano. Tra il 1995 e il 1996 è stato consigliere economico del ministro dell’Industria.
ENZO MOAVERO MILANESI è il ministro degli Affari europei. Un ingresso nell’esecutivo, quello del 57enne avvocato e attualmente giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia Ue, dato per scontato negli ultimi giorni. Considerato da molti come una sorta di alter ego giuridico di Monti, il nuovo responsabile degli Affari europei – sposato e padre di tre figli – all’inizio della sua carriera è andato a Yale, dopo la laurea in legge alla Sapienza nel 1977 e un tirocinio in uno studio legale di diritto internazionale. Poi è arrivata la specializzazione al College de France di Bruges in diritto comunitario e quella in diritto internazionale, alla University of Texas, a Dallas. Consigliere dei governi Amato e Ciampi dal 1992 al 1994. Nel 2002 nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea. Dal 2005 al 2006 diventa direttore generale dell’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue.
LORENZO ORNAGHI arriva nella squadra di Governo dopo una lunga carriera accademica. Nato a Villasanta (Monza) il 25 ottobre del 1948, è dal 1 novembre 2002 Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nello stesso Ateneo ha conseguito la laurea in Scienze politiche nel 1972 e dal 1990 é titolare della cattedra di Scienza politica. Sempre alla Cattolica, è stato allievo di uno dei ‘padri’ della Lega, lo storico Gianfranco Miglio. Dal 1998 è membro del Consiglio di Amministrazione del quotidiano Avvenire, di cui dal 2002 è vicepresidente. E’ anche Direttore della rivista Vita e Pensiero e componente del comitato scientifico di numerose riviste, tra cui Filosofia politica, Quaderni di scienza politica, Teoria politica.
CORRADO PASSERA, neo ministro per lo Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti. In oltre trent’anni di carriera si è occupato di informatica, finanza, editoria, credito, amministrazione pubblica, ancora banche. Oggi, a 57 anni, il responsabile del Ministero di Via Veneto accetta la sfida di occuparsi del rilancio dell’economia italiana. Il banchiere è stato spesso dipinto con il cuore al centro che guarda a sinistra, (ha votato per le primarie del Pd), nominato da Prodi e Ciampi alla guida di Poste Italiane, è da decenni in sodalizio con il professor Bazoli, vicinissimo al leader dell’Unione. Negli ultimi anni però Passera si è sempre più smarcato da questa etichetta occupandosi, tra l’altro, e in prima persona, del risanamento di Alitalia, caro all’ex premier Berlusconi.
FRANCESCO PROFUMO, ministro dell’Istruzione. Ligure (é nato a Savona il 3 maggio del ’53), ingegnere e docente universitario, dallo scorso 13 agosto e’ Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sposato, tre figli, ha iniziato la carriera nel 1978 in Ansaldo a Genova come ingegnere progettista. Nel 1985 si è trasferito a Torino dove ha intrapreso la carriera di ricercatore universitario e nel 1995 è diventato professore ordinario di Macchine e Azionamenti Elettrici nello stesso Ateneo. Accanto alla carriera nella propria Università, Profumo è stato molto attivo in molti gruppi di lavoro internazionali, con numerosi riconoscimenti in tutto il mondo e tante pubblicazioni. Nel 2011 ha dato la sua disponibilità alla candidatura di Sindaco di Torino per il Partito Democratico, ma in seguito ha ritirato la candidatura.
ANDREA RICCARDI, neoministro alla cooperazione internazionale, è fondatore della comunità di Sant’Egidio, diffusa in 73 paesi del mondo con larga presenza in Africa e America Latina, con progetti innovativi proprio nel campo della cooperazione internazionale, Riccardi gode di grande stima all’estero. Basti pensare che la rivista americana Time nel 2003 lo ha inserito nell’elenco dei 36 “eroi moderni” d’Europa, che si sono distinti per coraggio professionale e impegno umanitario. E’ uno studioso della Chiesa in Età moderna e contemporanea, ma anche del fenomeno religioso nel suo complesso. Schivo e riservato, (poche le interviste concesse negli ultimi anni) Riccardi ha firmato spesso articoli su giornali e settimanali.
PAOLA SEVERINO. Prima donna ministro della Giustizia, è uno dei più noti avvocati penalisti. Sessantatré anni, napoletana, arriva al dicastero di Via Arenula con un curriculum di peso: prorettore vicario dell’Università Luiss Guido Carli, professore ordinario di diritto penale presso la stessa Università della Confindustria e, soprattutto, avvocato di clienti ‘illustri’. Ha difeso, tra gli altri, Romando Prodi, Giovanni Acampora, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Geronzi, Gaetano Gifuni. Ha lavorato nello studio di Giovanni Maria Flick prima che il professore fosse nominato Guardasigilli del governo Prodi, ha rappresentato l’Unione delle comunità ebraiche nel processo al nazista Erich Priebke. Dal 30 luglio 1997 al 30 luglio del 2001 è stata – prima donna in assoluto anche in questo caso – vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura militare. Proprio mentre rivestiva quell’incarico ha vinto la classifica dei manager pubblici più ricchi: nel 1998 dichiarò infatti un reddito da 3,3 miliardi di vecchie lire.
L’ambasciatore GIULIO TERZI DI SANT’AGATA, chiamato a far parte della squadra dell’esecutivo di Mario Monti, sarà il nuovo capo della diplomazia italiana. Per Terzi, il ‘ritorno’ alla Farnesina da ministro rappresenta il coronamento di una lunga carriera diplomatica che lo ha visto ricoprire alcuni dei principali incarichi della diplomazia italiana. Bergamasco, classe 1946, Terzi è entrato in diplomazia nel 1973 dopo una laurea in giurisprudenza, specializzandosi in diritto internazionale. Tra i vari incarichi ricoperti quello di Console Generale a Vancouver durante l’Expo ’86, dove ha promosso importanti eventi per il commercio e la cultura italiana. Dal 1993 al 1998 è stato a New York presso la Rappresentanza d’Italia alle Nazioni Unite, dapprima come Primo Consigliere per gli affari politici, e successivamente come Ministro e Vice Rappresentante Permanente. Per poi essere chiamato ad ottobre 2009 alla guida dell’Ambasciata di Washington.
‘Il Presidente del Consiglio – dice – ha dimostrato che si puo’ sussurrare dicendo cose molto forti. La nostra mente deve andare a questi ultimi quattro anni e non certo per riaprire ferite o rivendicare primati. Non e’ il momento ora. Ci saranno le competizioni elettorali, e li’ ci sara’ la possibilita’ di riflettere su quelli che sono stati questi quattro anni. Una classe dirigente che guarda sempre indietro e non sa superare le polemiche e’ classe dirigente destinata a perdere e ad affossare il nostro Paese’ dice il leader dell’Udc che ripete: ‘ora siamo chiamati a pacificare la Nazione, a rendere coesa l’Italia, a legare in un destino comune tutti i nati sul territorio nazionale’.