Quattro i ministri che hanno perso il posto, quattro ovviamente quelli che li rimpiazzano:
- il ministro della cultura e del turismo, Ertuğrul Günay, viene sostituito da Ömer Çelik (già vice-presidente dell’Akp, responsabile per la politica estera);
- il ministro della sanità, Recep Akdağ, dal deputato di Edirne Mehmet Müezzinoğlu;
- il ministro dell’istruzione, Ömer Dinçer, dal docente universitario e deputato Nabi Avcı (già consigliere del primo ministro);
- il ministro dell’interno, İdris Naim Şahin, dal deputato di Mardin Muammer Güler.
Importantissima la destituzione dell’ormai ex ministro dell’interno, Şahin: che ha spesso creato polemiche a causa di posizioni molto dure anche riguardo la questione curda (il sostituto è nato nel sud-est e è stato più volte governatore – una sorta di prefetto – ina varie province della regione); un ulteriore prova della volontà negoziale di Erdoğan.
A me invece dispiace moltissimo per Günay: che stava facendo in modo eccellente il suo lavoro e rappresentava – in seno al governo – una voce democratica, liberale, costruttiva, a volte scomoda.
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