Sakhir, 17 aprile 2013. Il GP del Barhain particolarmente impegnativo per le unità motore.
Le temperature e non soltanto i fattori climatici, sono da tener conto nelle valutazioni dei team e dei motoristi in vista del GP del Barhain di questo fine settimana. Rémi Taffin, Responsabile Operazioni in Pista di Renault Sport F1, commenta il circuito di Sakhir e l’impegno richiesto per i motoristi e per la Renault in particolare.
Ecco le parole di Taffin prima del GP del Barhain: “Il circuito di Sakhir merita particolare attenzione per le pressioni che esercita sul motore, con i piloti al massimo dell’accelerazione per il 55-60% del giro. Con diverse curve veloci, rettilinei di media lunghezza e periodi di tempi relativamente lunghi alla massima accelerazione, sono più i fattori esterni a influire sulla preparazione che il circuito stesso.
Le elevate temperature ambientali influenzano il sistema di raffreddamento, in quanto il calore non può disperdersi all’esterno del motore in maniera efficiente. Laddove possibile, cerchiamo di evitare l’apertura della carrozzeria per via dell’effetto negativo sulle prestazioni aerodinamiche della monoposto. Al contrario, cerchiamo di ottenere uno smaltimento del calore minimo all’interno del sistema di raffreddamento della vettura, facendo funzionare il motore a temperature di acqua e olio più alte, abbassando così lo smaltimento del calore. Tuttavia, ciò comporta un funzionamento dei componenti interni del motore a una temperatura superiore, il che richiede un attento monitoraggio”.
Continua Taffin questa interessante disamina: “Inoltre, quando la temperatura dell’aria aumenta, la messa a punto del motore è diversa perché aumenta proporzionalmente anche la velocità di propagazione del suono. Ciò significa che le onde di pressione create dal motore arrivano alle valvole di aspirazione con tempi diversi, quindi anche la lunghezza delle trombette (che regolano l’aspirazione dell’aria nel motore attraverso l’airbox) deve essere aumentata per ottenere un assetto del motore perfetto – ricreando una curva di potenza pari a quella che si ha in condizioni ambientali “normali”.
L’atmosfera secca del deserto sottopone il motore a ulteriori sollecitazioni. Pertanto, se un motore non viene gestito correttamente, può “detonare”. Si tratta di un fenomeno altamente distruttivo che consiste essenzialmente in una combustione anomala dell’aria e del carburante all’interno del motore, con conseguenti sollecitazioni massive sui pistoni. Per evitare che ciò accada, regoliamo l’accensione sui banchi prova dove sappiamo simulare le condizioni climatiche.”
Un GP del Barhain impegnativo in cui il fattore ambientale non è da sottovalutare.