La Formula 1 arriva a Sepang per disputare la seconda edizione del Gran Premio della Malesia. La Scuderia Ferrari, galvanizzata dal trionfo di Michael Schumacher a Suzuka ed al ritorno al titolo mondiale, un obiettivo che sfuggiva da diversi lustri al Cavallino, è pronta a giocarsi il titolo costruttori con la formidabile McLaren Mercedes.
Le qualifiche vedono in prima fila i rivali per eccellenza degli ultimi anni: Michael Schumacher e Mika Hakkinen. Il tedesco della Ferrari stacca il finlandese della McLaren di neanche mezzo secondo, seguono in seconda fila David Coulthard e Rubens Barrichello. Ottimo quinto posto per il pilota Benetton Alex Wurz.
Al via le due frecce d’argento prendono il comando della corsa, ma Hakkinen commette partenza anticipata. Nelle retrovie il brasiliano della Sauber Pedro Paulo Diniz finisce lungo toccando Alesi, l’incidente coinvolge anche la Prost di Heidfeld e l’Arrows di de la Rosa. Entra la Safety Car per permettere ai commissari di percorso di rimuovere i detriti sul tracciato, la vettura di sicurezza rientra al quarto giro. Il finlandese della McLaren è costretto a scontare la penalità di stop & go ai box e lascia passare il compagno David Coulthard e il rivale Michael Schumacher. Al sesto giro Mika entra ai box, la partenza anticipata gli costa davvero molto, dal momento che il due volte campione del mondo rientra poi in fondo al gruppo.
La McLaren è preoccupata che i radiatori di Coulthard possano surriscaldarsi ed anticipa il primo pit-stop richiamando lo scozzese che, una volta uscito dalla pit-lane, si ritrova sesto. Gara differente per Michael Schumacher che inanella una serie di giri da qualifica e dopo la sua prima sosta, si ritrova al comando. La gara si decide infatti al ventiquattresimo giro, quando il Kaiser prende la testa della corsa e David Coulthard, nonostante qualche tentativo di disturbo, non può più niente contro lo strapotere della Ferrari F1-2000. Per Hakkinen la corsa è tutta in rimonta e il finlandese a suon di sorpassi conquista la quarta posizione, alle spalle di Barrichello, terzo per i fatti suoi.
Terribile incidente per il veterano Johnny Herbert, alla sua ultima gara di Formula 1: la sospensione posteriore sinistra cede all’improvviso e il pilota britannico perde il controllo della sua vettura, andando a sbattere violentemente. Fortunatamente Johnny se la cava solo con qualche contusione.
Al cinquantaseiesimo giro Michael Schumacher alza il pugno della vittoria e grazie al terzo posto del fido scudiero Barrichello, la Ferrari conquista anche il titolo Costruttori, bissando il successo dell’anno precedente. La McLaren, sconfitta per diciotto lunghezze, vede David Coulthard secondo e Hakkinen quarto. Per il Cavallino Rampoante è il decimo titolo Costruttori della sua storia, con questo risultato il team di Maranello sorpassa la scuderia Williams nella classifica di ogni epoca.
A chiudere la zona punti ci pensano Jacques Villeneuve su B.A.R. (quinta posizione strappata con le unghie e con i denti al termine di un duello serrato con la Benetton di Alex Wurz in difficoltà per problemi ai freni) e Eddie Irvine su Jaguar.
Per la Ferrari è tripudio, il team festeggia l’incredibile annata 2000 indossando parrucche rosse, una trovata probabilmente inedita per il grande Circus, sembra quasi di assistere ad un carnevale. Fa un certo effetto vedere il Presidente Luca Cordero di Montezemolo esultare indossando una parrucca rossa dai lunghi capelli.
Altrettanto curiosa la storia legata all’impiego di queste “red wigs”. La “leggenda” vuole che tre meccanici della Ferrari, in visita a Kuala Lumpur, avvistato un negozio stracolmo di parrucche e visto il basso costo per pezzo singolo, fanno richiesta alla commessa di quaranta wigs, chiedendole espressamente tutte rosse. Il negozio ovviamente non dispone di tale quantità di parrucche dello stesso colore, ma assicura ai meccanici del Cavallino che farà di tutto per fargliele avere entro il giorno successivo.
Così avviene e il mare di parrucche rosse finisce per contraddistinguere la festa della Ferrari per una stagione incredibile, ma soprattutto, per quel titolo piloti riconquistato dopo ventun anni di digiuno.