di Ferdinando Cocciolo
Le prime due grandi classiche 2014 sui muri e il pavè, Gp. Harelbeke e Gand-Wevelgem, hanno visto i successi di Peter Sagan e John Degenkolb, “uomini duri” anche da Fiandre. L’orgoglio di Fabian Cancellara e la grande sfortuna di Filippo Pozzato
Gp. Harelbeke e Gand-Wevelgem, le prime due grandi classiche del pavè e dei “muri”, un week end di “antipasto” delle “gare monumento”, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix. Ad ogni modo, due classiche prestigiose che dovevano fornire risposte importanti sullo “stato di salute” di alcuni protagonisti del nostro ciclismo e dei tre “draghi” che, verosimilmente, andranno a fronteggiarsi alla grande nei prossimi 6 e 13 aprile. Fabian Cancellara, Peter Sagan, Tom Boonen; un tris di sfidanti dal quale è uscito vittorioso lo slovacco, primo ad Harelbeke e terzo nella classica da lui vinta nel 2013. Ed i nostri? Praticamente “non pervenuti”, e a breve approfondiremo.
Peter Sagan – velovoices.com
Sagan, Terpstra, Thomas, Vandenbergh, Vanmarcke. Questi i primi cinque di un Gp.Harelbeke (non trasmesso ad esempio da Raisport, che figuraccia…) bello, spettacolare, contrassegnato da imprevisti e cadute, che ha confermato (se ancora ce ne fosse bisogno), l’ottima predisposizione dell’alfiere della Cannondale per questa tipologia di classiche e il nome di colui che rimane il principale avversario di Peter sulla strada della “grande consacrazione”; Fabian Cancellara. In sostanza, Harelbeke è considerato un “mini Fiandre” (con 17 muri in pavè) ed ecco perché chi lo vince è da mettere a tutti gli effetti tra i grandi favoriti dell’ “università del ciclismo”, probabilmente (a detta anche di molti addetti ai lavori e appassionati di ciclismo) la corsa di un giorno più difficile, insieme alla Liegi-Bastogne-Liegi.
La svolta della gara sul “vecchio” Quaremont, quando ha attaccato un ottimo e combattivo Thomas, che ha avuto come principale obiettivo quello di mettere in difficoltà i tre grandi favoriti Cancellara, Sagan e Boonen. Dei tre, sin dall’inizio, proprio il più in palla è sembrato lo slovacco, mentre Fabian e il leader dell’Omega sono stati intralciati da cadute e sfortune (che hanno purtroppo caratterizzato anche la corsa dei nostri, tra cui Filippo Pozzato e Luca Paolini, comunque alla fine tredicesimo). Il primo, in corsa con molte motivazioni e una grande sete di rivincite (proprio nelle classiche a lui più congeniali, tra l’altro ha vinto ad Harelbeke nel 2009), ha subìto per due volte il salto della catena nel momento decisivo della corsa ed è rimasto attardato anche a causa di una caduta che ha messo fuori causa diversi corridori. Ma la sfortuna di Pippo, purtroppo, non finisce qui… E a proposito di cadute e sfortune, non ne è uscito esente neanche Fabian Cancellara, che sarebbe da considerare, per l’ennesimo spettacolo evidenziato e la reazione messa in campo, il “vincitore morale” di questa prima grande classica belga dei muri e del pavè. A circa 40 km dalla conclusione, una caduta ha spezzato il gruppo; lo svizzero non è finito a terra, ma praticamente lo stop in una stradina stretta lo ha tolto dai giochi per la vittoria finale. Ma tutti conoscono il grande carattere del vincitore della Roubaix 2013, la sua voglia di combattere e non arrendersi mai. Da questo episodio in poi, ha fornito una vera e propria lezione di ciclismo, con un inseguimento (che ha sorpassato molti corridori) emblema di coraggio e potenza. Al traguardo, Fabian è comunque nono, a 1 minuto e 16 secondi dal gruppetto in testa guidato da Peter Sagan.
Tornando a Peter Sagan, ha vinto il Gp. Harelbeke sul penultimo muro, attaccando praticamente senza mai “alzarsi di sella”, reagendo agli attacchi di Thomas e portandosi dietro Vandenbergh e Terpstra. Dietro, Degenkolb (che, come vedremo, ha ottenuto la sua grande rivincita) e un Tom Boonen certamente non al meglio della forma, si arrendono, arrivando rispettivamente al quindicesim oe undicesimo posto. Dunque, vittoria di Peter, il “predestinato” che, dopo aver disputato anche un’ottima Gand-Wevelgem, ora si concentrerà sui grandi appuntamenti Giro delle Fiandre e Parigi Roubaix.
Ne vedremo delle belle… ma intanto c’è da parlare di una Gand-Wevelgem sicuramente non spettacolare come la corsa di due giorni prima, ma imprevedibile sino all’ultimo. È stato il giorno di John Degenkolb, uno dei velocisti più forti del panorama mondiale, capace tuttavia di andar forte anche negli strappi e quindi anche sul pavè. Sul podio Demare e Sagan, dopo che un gruppo di circa 29 corridori è andato a riprendere gli ultimi attaccanti proprio all’ultimo chilometro. Degenkolb è stato molto abile nel prendere la ruota di Peter Sagan, per poi piazzare il “botto vincente”.
John Degenkolb-repubblica.it
Se qualcuno si aspettava qualche attacco di Fabian Cancellara (soprattutto negli ultimi muri) e di chi sperava in qualche modo di sovvertire il pronostico favorevole ai velocisti (in gruppo anche Greipel, Bennati e Hushovd), si è sbagliato di grosso. Tuttavia, soprattutto nella fase iniziale della gara, vi sono stati vari tentativi di fuga, tra cui quello di un Manuele Boario grintoso, che in un certo senso ha voluto onorare un ciclismo italiano che purtroppo non esce bene da queste prime due classiche sul pavè. L’italiano riesce ad andare in fuga solitaria sui tre muri più impegnativi (tra cui il classico Kemmelberg, che spesso ha deciso la Gand-Wevelgem). Ma il gruppo, trascinato da Sagan e Boonen, va forte, ed iniziano i primi posizionamenti in testa dei big, in attesa della seconda virata sul Kemmelberg. Ma vi sono anche le prime cadute che, ancora una volta, coinvolgono i nostri Filippo Pozzato e Luca Paolini, che così rimangono attardati, poi ritirandosi, senza più motivazioni. Eppure, Pippo sembrava avesse una buona gamba, ma la cattiva sorte, ancora una volta, volta le spalle ad un corridore ben consapevole dell’importanza nella sua stagione di queste corse. A circa 40 km dall’arrivo, Boario insiste, ma dietro le squadre dei velocisti si organizzano in modo sempre più concreto. Rimangono fuori dai giochi fior di velocisti come Farrar e Greipel, e ci si avvicina sempre più all’ultimo chilometro. Qui, il destino dice John Degenkolb, corridore capace anche, statene certi, di dire la sua anche nel Fiandre di domenica. Dove ritroverà Peter Sagan, Fabian Cancellara e Tom Boonen, in uno “scontro titanico” che, chissà, potrebbe coinvolgere anche il nostro Filippo Pozzato. Ma, stavolta, senza sfortuna.
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