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Non conosco molte persone astemie e non so bene come comportarmi con loro. Lo so, questo è un mio difetto. Non che abbia a che fare con alcolizzati, ma Baudelaire scrisse che "chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere" e io sono d'accordo. Se sulla terra arrivassero gli alieni la prima cosa che farei sarebbe offrire loro un bicchierino. No, sto solo scherzando, ma sarebbe divertente. Se sulla terra arrivassero gli alieni probabilmente farei come tutti gli altri e scapperei a gambe levate. Soprattutto se gli alieni fossero come quelli di Grabbers. Grabbers è un film del 2012 di un inglese che si chiama Jon Wright. Un altro Wright, non l'omonimo colto che ha girato Espiazione né quello geniale e irresistibile che ha girato Shaun of the Dead. Questo Wright non è colto, è divertente ma non geniale e forse dovremmo dargli un po' più di tempo visto che siamo al suo secondo film dopo Tormented (2009). E non è affatto male, anzi.
C'è un isola irlandese dove i pescatori iniziano a scomparire e le balene a morire per via di morsi di animali sconosciuti. Due poliziotti - un alcolizzato e una agente che viene dall'hinterland - cercano di far luce sull'accaduto solo per scoprire che la terra è sotto l'attacco di alcuni alieni tentacolari, che vivono grazie all'acqua e si nutrono di sangue. Sembrerebbero imbattibili, ma in realtà un punto debole ce l'hanno: l'alcol su di loro ha effetti mortali. L'unico modo per sopravvivere per le poche anime che abitano l'isola è riunirsi tutte nell'unico pub locale e ubriacarsi come non ci fosse un domani.
A dirla tutta penso che i britannici siano una razza superiore. Ok, non si lavano il culo dopo essere andati in bagno, tendono all'obesità dopo la maggiore età e il loro top culinario è ancora il fish & chips. Ma guardate quello che sono stati (e sono ancora) capaci di fare in campo artistico. Fate un po' caso alla musica che ascoltano, ai film che fanno, alla letteratura e alla sottile ironia che serpeggia in quasi tutte le loro attività. E poi sono in grado di bere quanto noi amanti della birra possiamo solo sognare nell'intimità del nostro letto. Ogni tanto viene loro un'idea che a noi non passerebbe mai per la testa. Come la possibilità di scongiurare un'invasione di alieni vampiri (e cannibali) solo con l'alcol. Guinnes e scotch. Due monumenti nazionali. Il pub è da sempre il centro del vivere sociale in Gran Bretagna. Perché fa freddo, bere è uno sport nazionale e in alcuni casi non è che ci sia poi molto altro da fare. Se poi il massimo che può succedere è che una balena si spiaggi, il gioco è fatto. Prima ho citato Shaun of the Dead e quello è l'esempio lampante. In Grabbers succede praticamente la stessa cosa, un film d'assedio in cui, al posto degli zombie, ci sono mostri di lovecraftiana memoria.
Grabbers è un film citazionista, pesca a piene mani in dinamiche e immaginario orrorifico anni '80-'90 nel tentativo di farci sentire a casa e nulla più. Non si tratta di sovvertire i generi o di rifarsi ad un passato che non tornerà mai. In questo film ci sono Alien e Tremors ma sono semplicemente funzionali ad un idea di per se originale. Insomma, si parte da quello che si conosce e visto che non penso Wright abbia davvero incontrato alieni astemi, allora ispirarsi a chi ha trattato prima di lui un determinato argomento è l'unica scelta possibile. Ma Grabbers non è un film horror, né un film di fantascienza. Non lasciatevi ingannare da extraterrestri e teste mozzate. Grabbers è una commedy all'inglese, che fa ridere senza affidarsi a trucchetti di comicità sguaiata. C'è l'alcol ma non ci sono tette e culi. Non ci sono strafighi modelli palestrati e linguaggio da taverna tutto cazzo-figa-cazzo. Gli americani lo avrebbero fatto così mentre noi italiani (se pur ci fosse mai venuita in mente un'idea del genere) avremmo sostituito l'alcol con qualcosa di moralmente più accettabile e ci avremmo inserito scorregge e "mammamiacommestò". Ve l'ho già detto, razza superiore.
Idealmente diviso in due parti, Grabbers inizia come un'horror qualunque. Capiamo che sulla terra sono arrivati alieni e che non si tratta di alieni pacifici. Alcuni pescatori vengono fatti fuori e delle balene spiaggiate presentano strani mosi sul dorso. Wright non ci mostra i mostri e gioca con la tensione e le attese con stile di spielberghiana memoria. L'orrore rimane fuori campo e ringraziamo il cielo per una cosa del genere. Nel frattempo c'è tutto il tempo di presentarci i personaggi, farci fare amicizia con loro, in pratica sentirli come veri e propri compagni di bevute. Siamo in un luogo pieno di ironia, sarcasmo e battute. Non siamo più soli davanti allo schermo, non siamo più su una piccola e sconosciuta isoletta irlandese ma siamo a casa. Siamo al pub è lì c'è il pescatore ubriacone del paese, lì la moglie impicciona del padrone e lì il poliziotto divorziato che si è buttato nell'acol per poter affrontare problemi di tutti giorni ma che, a volte, sembrano semplicemente troppo grandi. C'è anche la poliziotta ligia al dovere, inquadrata e rigida (Ruth Bradley, ma quanto sei bella?) e lo scienziato nerd e marpione. Poi, quando la storia si è presa tutto il tempo di cui aveva bisogno, parte l'assedio, si spinge sull'accelleratore e il paese da una delle feste più grandi nella sua storia. Siamo invitati anche noi. I mostri ci vengono sbattuti in faccia e il gioco di attese lascia posto all'action senza mai smettere di ridere. In questo film non si ride dall'inizio alla fine, ma quando ti scappa la risata questa è piena e sincera. Fatta con gusto.
Nella seconda parte del film avviene il ribaltamento. La poliziotta liga al dovere, per sopravvivere (ubriacandosi il sangue tanto amato da questi poliponi alieni diventa tossico), è costretta a ubriacarsi e facendolo perde i freni inibitori. Il poliziotto ubriacone - Richard Coyle - è costretto a mettere da parte la sua unica difesa (contro gli alieni e contro il mondo) e affrontare forse la più grande minaccia che troverà mai sul suo cammino da sobrio. Troppo alcol fa male ma gli unici a farne le spese sono queste enormi sanguisughe acquatiche e zannute provenienti da un altro mondo. Eppure alla fine le cose non vanno proprio nel migliore dei modi e il vissero felici è contenti viene rimandato...Tutto intorno c'è l'irresistibilità delle gag, personaggi unici, effetti speciali incredibili considerato il budget e c'è l'alcol. L'alcol (e l'idea) tappa i (non molti) buchi della pellicola proprio come fa anche nella vita reale, ma non per questo poi quei buchi scompaiono magicamente. Ad esempio, al di là dell'idea, lo sviluppo è intuibile e manca quel certo non so che. La genialità. Manca la capacità di spingersi lì dove nessuno si è mai spinto prima. Non che tutte le horror/commedy debbano essere Shaun of the Dead ma è anche inutile far finta che quel film non sia diventato una pietra di paragone per il genere. Alla fine Grabbers da esattamente quello che promette e lo fa benissimo. C'è da dire che questo film ha avuto un unico, grande, effetto collaterale: mi ha fatto venire voglia di una birra. Ma è troppo presto, devo aspettare almeno il tramonto. O un giorno di pioggia. Cheers.
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