Se ci avessero raccontato di una Grace Kelly stanca e tormentata, prigioniera del suo castello, in difficoltà con i figli adolescenti, per concludere con il suo terribile incidente, il pubblico sarebbe tornato a casa triste e malinconico.
Ma dopo la visione di "Grace di Monaco" non c'è né allegria né tristezza.
Il film non toglie e non aggiunge nulla al mito di Grace.
I battibecchi tra Grace e suo marito Ranieri sono nella norma.
Grace, dopo essersi dedicata ai due figli, riceve un nuovo copione da Alfred Hitchcock, regista a cui deve la sua evoluzione da attrice a diva del cinema. Grace ha voglia di accettare, anche per uscire dalla routine da casalinga a cui si sente costretta. Ranieri in un primo momento sembra disposto a lasciarla fare, poi le nega il permesso. Il principato è minacciato dal presidente francese Charles de Gaulle, Ranieri non vuole altri problemi, e sua moglie lontana, su un set cinematografico, potrebbe crearne.
Come al solito toccherà a lei mettere da parte le proprie ambizioni per il bene dei figli e del principato.
Grace Kelly abbandona il cinema per interpretare a vita il ruolo della principessa, dimostrandosi la migliore alleata che Ranieri potesse avere a suo fianco.
Il film è stato fischiato a Cannes e boicottato dai discendenti di Grace e Ranieri che hanno rifiutano di presenziare alla prima, accusando il regista di essersi preso troppe libertà.
A mio avviso, l'unica rivelazione grave che viene fatta nel film è il tradimento di Antonietta Grimaldi, sorella di Ranieri, che pur di avere il trono stava vendendo il Principato alla Francia!
Tim Roth non assomiglia a Ranieri e gli conferisce un fascino oscuro che non gli apparteneva. Nicole Kidman con la sua bellezza, simile a quella di Grace, è l'unico motivo per cui la sala era piena. Con un'altra attrice non sarebbe stato lo stesso.
In questa foto Antonietta, Ranieri e Grace.
Grace Kelly vs Nicole Kidman