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GRAFFITI E GRAFFIATI - Avanti popolo del web

Creato il 06 luglio 2011 da Calcisulcalcio
Ieri sera a Roma, alla Domus Talenti, blogger, politici, artisti e semplici utenti del Web, si sono ritrovati per la "Notte della Rete". La manifestazione contro la delibera dell'Agcom in materia di diritto d'autore sul web che dovrebbe passare oggi al vaglio della Autorità.La norma, applicabile a tutti i siti (portali, blog, strumenti di condivisione di file in rete, banche dati e siti privati che siano sospettati di contenere anche un solo file in grado di violare il diritto d'autore), prevede che per eliminare un contenuto su Web, basterà una semplice segnalazione di violazione di copyright. Si attiverà quindi una banale procedura amministrativa senza passare, per l'autorità giudiziaria. Tra i presenti alla serata, ricordiamo:
Emma Bonino, Vincenzo Vita, Nicola D'Angelo, Antonio Di Pietro, Dario Fo, Alessandro Gilioli, Peter Gomez, Giulia Innocenzi, Roberto Natale, Luca Nicotra, Flavia Perina, il Piotta, Franca Rame, Fulvio Sarzana, Marco Scialdone, Guido Scorza, Mauro Vergari, Carlo Verna, Vittorio Zambardino.
E' intervenuto n collegamento skipe, Dario Fo:
"Siamo veramente una nazione orrenda dobbiamo darci da fare in un modo accanito, anche essere triviali nel nostro risentimento. Dobbiamo muoverci con una aggressività a loro pari. Siamo veramente scocciati, non possono permettersi in ogni momento gabole oscene per far cancellare tutto. Dobbiamo farci capire e far intendere che siamo scocciati al limite e che così non si va avanti".
di Daniele Coltrinari
GRAFFITI E GRAFFIATI - Avanti popolo del webDelibera AgCom: ecco la verità I diritti fondamentali dei cittadini e degli utenti della Rete stanno per essere travolti nel nome di una crociata che le vecchie industrie italiane della televisione, della musica e dei giornali di carta hanno deciso di combattere contro i c.d. over the top [ndr Google, Facebook e gli altri giganti dell’intermediazione online dei contenuti] servendosi di un’Autorità evidentemente assai poco indipendente – almeno dai poteri economici – come l’AGCom. E’ questa la cruda e disarmante verità che si legge tra le righe dell’appello che la Siae ha pubblicato questa mattina su un’intera pagina a pagamento dell’edizione cartacea de la Repubblica, continuando, peraltro, a sperperare denaro non suo ma degli autori di cui racconta di voler difendere gli interessi e a dar prova di non aver compreso che lo stesso messaggio, nel secolo della Rete, poteva più efficacemente essere veicolato attraverso Twitter, Facebook e YouTube senza alcun costo. Nell’appello, infatti, Siae scrive testualmente: “Sappiamo: quanto le società di telecomunicazioni, i provider, i produttori di tecnologie digitali e le cosiddette ‘Over the Top’ fatturano anche grazie all’utilizzo di contenuti artistici? Migliaia di euro! E soprattutto quanto fatturano pseudo imprenditori senza scrupoli che operano nel mondo digitale, evadendo ogni diritto, ‘alle spalle’ di chi crea e investe nella produzione di contenuti? Centinaia di miliardi di euro!”. E’ questo, dunque, il punto. La delibera che Siae e i firmatari dell’appello in compagnia degli altri sponsor eccellenti della perversa disciplina cui l’AGCom sta lavorando intendono rendere dura la vita a quelli che – ancora una volta mostrandosi incapaci di comprendere il senso del mutamento socioeconomico in atto – percepiscono come propri concorrenti.Sono i grandi provider e i c.d. “over the top” il vero nemico da abbattere secondo i Lorsignori del copyright, della Tv e dei giornali di carta. Peccato solo che per raggiungere questo obiettivo – comunque poco nobile, stupido ed anacronistico – si sia ritenuto di potersi appropriare dell’attività di un’Autorità sulla carta indipendente [ndr che dal canto suo si è lasciata colonizzare da certe perverse idee] e di fare carne da macello dei diritti degli utenti e dei cittadini.E’ proprio questa la più grande menzogna che la Siae e l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni continuano a raccontare al Paese: “Il Provvedimento AGCom Non colpisce l’utente e non limita la sua libertà”, scrivono gli autori dell’appello della Siae.
Non è vero.
Sono i miei video, i miei post, la mia musica, i miei contenuti che l’Autorità intende arrogarsi il diritto di far rimuovere dagli intermediari della comunicazione, a mia insaputa e in assenza di qualsivoglia contraddittorio con me, nell’illusione di provocare un danno ai c.d. “over the top” e con la certezza – che si finge di ignorare – di censurare la mia libertà di espressione di pensieri, fatti e creatività. Eccola la verità: soldi, solamente soldi. Quelli che si vorrebbero strappare agli “over the top” non confrontandosi con loro sul mercato ma imponendo loro il rispetto di regole anacronistiche e quelli che si vorrebbe continuare a fare alle spalle degli utenti, contingentando e limitando la libertà di mercato. Non ci siamo. Un’Autorità indipendente che ha, tra l’altro, proprio il compito di tutelare la concorrenza nei servizi di comunicazione online non può prestarsi a questa squallida partita a poker tra giganti nella quale gli unici ad alzarsi dal tavolo con le tasche vuote, alla fine, saranno i cittadini e gli utenti.(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it)

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