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GRAFFITI E GRAFFIATI - Un calcio al giornalismo precario

Creato il 12 giugno 2012 da Calcisulcalcio




GRAFFITI E GRAFFIATI - Un calcio al giornalismo precarioOn. Sen. Presidente Mario Monti pc. On. Sen. Presidente Renato Schifani dopo l’approvazione alla Camera da circa due mesi è bloccato presso la Commissione Lavoro del Senato il disegno di legge 3233 recante norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico. L'informazione è un diritto primario dei cittadini, garantito dall'articolo 21 della Costituzione. I giornalisti devono assicurarlo per fornire alla società i necessari elementi di conoscenza per una crescita democratica e sociale. Per farlo devono essere liberi da qualsiasi condizionamento, rispondendo solo alla loro coscienza e alle leggi dello Stato. Questa libertà oggi non c'è perché, usando le non contestate difficoltà del settore, la gran parte degli editori sfrutta i giornalisti retribuendoli con compensi da fame che si trasformano di fatto in un ricatto permanente. Pochi euro per articolo non garantiscono né la qualità dell'informazione né la necessaria libertà dei giornalisti. Un governo che vuole creare nel Paese le condizioni per una nuova moralità non può guardare dall'altra parte o, peggio, ostacolare il percorso della legge sull'equo compenso, già approvata dalla Camera dei Deputati con voto unanime e ora ferma al Senato. Il governo non può rendersi complice di questa nuova schiavitù, mentre distribuisce milioni di euro di provvidenze ad editori che sfruttano i sogni di migliaia di giovani di tante età e rubano il diritto dei cittadini alla verità. Con questa raccolta firme le chiediamo uno sforzo affinché la Commissione Lavoro proceda in tempi rapidi all’approvazione della Legge che crediamo sia una risposta morale alla schiavitù del precariato selvaggio.(Fonte: www.petizionionline.it)
Link di riferimento http://www.petizionionline.it/petizione/chiediamo-la-rapida-approvazione-della-legge-sull-equo-compenso-nel-lavoro-giornalistico/7270#.T9XW8ke_0wQ.twitter
Mi è capitato ieri, come lo scorso sabato, di parlare con colleghi poco piu' giovani di me. Purtroppo mi rendo conto che "non se ne esce", si continua a collaborare con giornali cartacei e/o online, famosi e meno famosi, locali o nazionali, accettando di essere sottopagati. Si dice: "bisogna far gavetta, cercare di essere visibili, prendere contatti" Anch'io l'ho fatto, non può però essere una costante, a volte penso sia meglio ricevere una porta in faccia dalle redazioni, "siamo già al completo". Anche sentirsi dire che non si hanno le capacità sarebbe meglio. Non certo per la proprio autostima. Tuttavia, se da una parte, bisogna in molti casi trovare un compromesso, non si può pensare di continuare in questo modo, redazioni sostenute da giornalisti precari e affamati. I giornalisti che svolgono la loro professione praticamente da schiavi, sono presenti trasversalmente da destra a sinistra. Non pensate che vi siano editori, eccezioni escluse, pronti a battersi per i diritti (e non privilegi) dei loro redattori. Ormai fare il giornalista è un lusso e se te lo puoi permettere, perché si hanno a disposizione delle solide basi economiche, magari grazie all'aiuto della propria famiglia, allora puoi andare avanti. Forse, perché a questo punto nulla è scontato. Per troppi anni, non abbiamo avuto il coraggio come categoria di non denunciare con forza la nostra situazione. In fondo è facile capirlo, si ha paura di non essere presi in considerazione da nessun giornale. Attualmente scrivo con un mensile della provincia di Roma Nord, (da diversi anni ormai), lo faccio per passione. Non pretendo molto dall'associazione che edita la rivista. Anche perché la loro capacità economica è esigua. Mi è capitato però di collaborare da free lance con altre testate, purtroppo è sempre la stessa storia. Si è pagati poco. Quando può valere un articolo pubblicato? 100 euro lordi, netti?  50 euro lordi, netti? 20 euro lordi, netti? Spesso capita di essere pagati anche meno, molto meno. Faccio un appello a tutti i colleghi, non svolgete la professione per pochi soldi e se non potete esprime liberamente la propria opinione, per paura di perdere il posto, trovate il modo, almeno in anonimato di denunciare il vostro lavoro sottopagato. Vi consiglio a questo punto di visitare il blog  di alcuni colleghi, loro si definiscono così: Un gruppo di giovani giornalisti precari ha deciso di fondare un coordinamento per fare il punto della situazione e cominciare a far valere le proprie richieste. 
Il loro blog, troverete anche un dossier sullo sfruttamento dei giornalisti, è il seguente: /http://erroridistamparm.blogspot.it/
di Daniele Coltrinari

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