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Il guaio è che il diretto interessato non se ne sta rendendo conto e tira dritto come un treno ad alta velocità.
Ma andiamo con ordine.
Al di la delle scontatissime dichiarazioni catastrofiche riferite al bilancio di previsione presentato e approvato nell'ultima seduta del Consiglio comunale di Fidenza, sulle quali lasciamo la parola a Stefano Tanzi, vice-sindaco con delega al bilancio (clicca qui), l’unica vera preoccupazione politica del segretario Pd degli ultimi due mesi pare ruotare attorno allo stipendio del direttore generale. Malvisi ci gira attorno da tempo come una mosca e, qualcuno lo informi, più ne parla più gli resta addosso l’odore e si incarta con le decisioni dei suoi sponsor politici che, non più tardi di qualche anno fa, non si sono fatti mancare nulla, compreso il dirigente in staff del sindaco e un direttore generale che nel 2001 portava a casa circa 55.000 euro che non bastavano a fare 60 e allora si cambiava cappello e con rara ubiquità faceva simultaneamente anche il direttore di Terre Verdiane per altri 15.000 euro, per un totale annuo che, in base al “metodo matematico Toscani” illustrato nell’ultimo consiglio comunale, oggi farebbe circa 82.000 euro all’anno rivalutati, contro i 53.000 del direttore del 2012. Ma nel 2001 a nessuno è venuto il vomito; nemmeno l’anno dopo; neanche una puzzetta. Lo stupore e la meraviglia di Malvisi è solo di oggi. La quintessenza del politico Malvisi è tutta qui; non vale nemmeno il detto “uccidi un uomo – politicamente - morto” perché politicamente Malvisi non è mai nato.
Lo dimostra il suo impegno per evitare il diffondersi di una metastasi che rischia di mettere a repentaglio i risparmi di gran parte delle famiglie di Borgo che sarebbero curiose di sapere qual è stato il contributo di Malvisi da quando è segretario per affrontare e, possibilmente, contribuire a risolvere il tema dei temi di Fidenza: la crisi della cooperativa Di Vittorio. Già, ma che gusto c'è a ravanare e mettersi in mezzo tra Franco Savi e Ernesto Cocconi? Meglio inventarsi complotti via mail private, che gentilmente la coordinatrice di quel che rimane del Pdl fidentino gli mette a disposizione usando la solita Gazzetta. Che volete, sono ragazzi... E allora ne parliamo noi, la cooperativa Di Vittorio, strettamente d'area prima PCI e poi Pd, è presente da oltre 40 anni sul territorio fidentino (i dati provengono dal sito internet della Di Vittorio), 2720 soci, 450 alloggi costruiti, un patrimonio immobiliare valutato € 46.504.438,00 (aggiornato al 31.12.2008) la cooperativa viene gestita da un Consiglio di amministrazione eletto dall’assemblea dei soci ed è composto da 17 membri scelti tra soci. Il Presidente è eletto dal consiglio di amministrazione della cooperativa. Gli organi di governo restano in carica per tre anni. Il Consiglio di amministrazione attualmente in carica ( Franco Savi, Presidente; Marco Lamonica, Vice Presidente;Consiglieri: Adriano Grolli, Simone Rota, Alessandra Ugolini, Claudio Mancini, Elena Amadei, Elena Mazzaschi, Luca Laurini, Francesco Tibaldi, Mirco Sala, Rossana Rastelli, Graziano Barbarini, Luca Franzoni, Giorgio Savi, Renato Bonelli ,Yuri Tosini) è stato eletto il 25 maggio 2012.
Proprietaria per il 100% di Coop Di Vittorio, nel 1992 nasce Polis spa (Presidente: Savi Franco; Consiglieri: Bonelli Renato, Bosi Guido) strumento operativo che si differenzia per progetti di intervento sul territorio che spaziano dalla partecipazione in Agrinascente, settore agroalimentare, a quello in Terre Emiliane grazie al quale il Gruppo Di Vittorio ha intrapreso la propria attività anche nel settore del turismo, della ristorazione con Atto Primo, e della promozione del territorio locale, senza dimenticare la partecipazione in Fidentia S.r.l., società che ha promosso e costruito le torri nel piazzale della Stazione ferroviaria di Fidenza.
Polis Spa ha, inoltre, in gestione alcuni cantieri propri e altri in appalto, principalmente per conto della cooperativa.
Dicevamo... acque agitate alla Di Vittorio.
Il Nuovo di Parma, articolo di Luigi Piscitelli, scrive: <<la cooperativa fidentina Di Vittorio è alle prese con un grave problema di liquidità che ne sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza. Tutta colpa dei tempi non facili per chi opera soprattutto in edilizia e di quel "buco" di 3,5 milioni di euro aperto dalla repentina decisione di un gruppo di soci aderenti al prestito sociale di ritirare i propri investimenti, mossa suicida che ha messo in crisi la società, impossibilitata a rispondere a tutte le pendenze.>>
Fuor di metafora, in realtà è scontro aperto tra l'attuale CdA e chi contesta la gestione Savi, considerato un accentratore da troppo tempo al comando. E così, durante l'ultima assemblea dei soci riunita il 18 dicembre al cinema San Donnino, Savi e le decisioni del Cda vengono duramente contestate. "Lotta interna per bande", scrive Piscitelli, tant'è che durante l'intervento critico dell'ex sindacalista della Cgil, già comunista ed ora esponente del Pd Ernesto Cocconi, si è sfiorata la rissa.
Insomma, alla contestazione Savi non ha risposto, ma, anche confidando sull'intervento salvifico della Lega delle Cooperative, ha promesso un piano di rilancio con annunci di vendita di immobili, ricerca nuovi finanziatori e un ritorno alle origini rispetto ad un passato che aveva visto la cooperativa espandersi in vari settori.
Sull'intera vicenda, da notare, a parte gli articoli di Piscitelli per "il Nuovo di Parma", il silenzio del Pd... tutto preso, con il suo segretario Malvisi, a rincorrere i mal di pancia e le paranoie della coordinatrice di quel che rimane del Pdl fidentino.
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