Mi pare che le scempiaggini linguistiche dei comunicatori tv (che, ormai, per osmosi si stanno diffondendo anche nella comunicazione quotidiana) afferiscano a tre tendenze fondamentali: 1) quella dell'errore grammaticale (imperdonabile); 2) quella dei neologismi e dell'uso indiscriminato degli esotismi e 3) quella delle espressioni di cattivo gusto e delle corbellerie gratuite. Vediamo di schedarne qualcuna, con l'invito a voi lettori a segnalare obrobri linguistici sfuggiti al mio orecchio.
- Grammaticidi: accanto alla sempreverde soppressione del congiuntivo, sale in vetta alla classifica l'uso intransitivo di verbi transitivi (es. a me colpisce in luogo del corretto mi colpisce, dove mi non è complemento di termine, bensì complemento oggetto), che denota una perversa tendenza a ricorrere alle forme indirette, quindi più difficili, a sostituzione di quelle dirette. Sembrerebbe un errore di ipercorrettismo dell'espressione a me mi clamorosamente fallito perché diretto alla parte sbagliata del costrutto e, quindi, generatore di orrori. Mah. Da segnalare, poi, forme lessicali storpiate, come accellerazione e metereologia/metereologi in luogo dei corretti accelerazione e meteorologia/meteorologi. Oh, quasi dimenticavo il dilagante uso del piuttosto che (che, ricordo, ha valore oppositivo) a sostituzione di e: ma perché c'è questa convinzione che un'espressione più lunga sia un'espressione più corretta?
- Neologismi ed esotismi: sebbene l'Italiano sia una delle lingue lessicalmente più ricche e articolate, pare che non esista mai un termine adeguato a tradurre la valanga di termini esteri. Ecco perché non si può parlare di revisione della spesa, di raggruppamento o di sostegno ma bisogna dire spending review, rassemblement e endorsement. La testardaggine a ricorrere agli esotismi, peraltro, produce effetti imbarazzanti, come quello della pronuncia dell'inflazionatissimo impasse, che diventa /ampass/, /empass/, /impass/, /ompass/: manca solo /umpass/ e le vocali le abbiamo sparate tutte! Accanto ai termini stranieri, però, ne vengono coniati altri, per manipolazione e calchi da parole già esistenti; ecco che, allora, ci troviamo a fare i conti con le dietrologie e i dietrologi (no, non dietologi, proprio dietRologi, che a me non sembra una bella parola!) e con le ministre, versioni più magre ma più indigeribili delle minEstre. Quest'ultimo, fra l'altro, mi sembra un pessimo esempio di lotta alla discriminazione sessuale, come se la parità stesse nel lessico: allora dovremmo avere la sindaca, la presidenta, l'idraulica, la medica e altri figure simili.
- Corbellerie: l'esempio precedente si inserisce a metà fra la categoria del neologismo di derivazione e quella della sciocchezza, di cui fanno parte anche l'orribile moda del quant'altro intercalare, le montagne killer e le bombe d'acqua. Le uniche bombe, qui, sono quelle tirate alla nostra bella lingua.
C.M.
