Gran Bretagna: tenta di uccidere la moglie con una sedia elettrica. Condannato a 10 anni di carcere

Da Avvdanielaconte
Andrew Castle, un pensionato inglese di 61 anni che viveva con la moglie in un bungalow a Scott End-on-Sea - nel Lancashire -, è stato condannato a 10 anni di carcere per avere tentato di uccidere la coniuge con la sedia elettrica. 
A causa del carattere troppo dominante e dell'incapacità di controllo del marito - la situazione si era aggravata nel corso degli anni -, Margareth Castle aveva deciso di chiedere il divorzio dopo 18 anni di matrimonio.
Il marito Andrew, allora, aveva costruito una sedia elettrica con una poltrona portata nel garage e collegata ad un cavo elettrico che parte da una spina con i fili esposti.
Aveva, poi, invitato la moglie nel garage con il pretesto di discutere della sua intenzione di divorziare. Quando la moglie si  era seduta sulla poltrona, l'uomo aveva afferrato un manganello di gomma e cominciato a colpirla per renderla incosciente, ma la donna riusciva ad alzarsi, lottava con il marito e scappava.
La lotta tra i due coniugi continuava all'esterno, fino a quando interveniva un passante che chiamava la polizia. 
Andrew Castle veniva trovato nel giardino sul retro del bungalow, con i polsi sanguinanti a causa di ferite che si era auto-inflitto con un coltello da cucina.
La moglie fu medicata in ospedale per ferite non gravi alla testa.
L'uomo ha ammesso il tentato omicidio e dichiarato che il movente è stato il fatto che era incapace di affrontare il divorzio.
I vicini hanno dichiarato che la coppia era felice e trascorreva le vacanze insieme andando in crociera. I rapporti erano cambiati quando la moglie aveva deciso di chiedere il divorzio
La Corte di Preston ha condannato Andrew Castle a 10 anni di carcere per tentato omicidio; una perizia psichiatrica a cui l'uomo è stato sottoposto ha rivelato che soffre di un disturbo ossessivo - compulsivo e di un disturbo di regolazione.
La moglie Margareth ha dichiarato, durante il processo, che non dimenticherà mai quanto è accaduto quel giorno.
Roma, 7 luglio 2011                Avv. Daniela Conte
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