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Gran finale al Duomo: la Basilica di Santa Restituta

Creato il 28 settembre 2014 da Vesuviolive

Ingresso Santa Restituta

Prima di lasciare la Cattedrale – Duomo di Napoli, c’è un altro splendido luogo da visitare. Ha sapore di altre terre, ed è dedicato ad una Santa che viene da lontano: La Basilica di Santa Restituta. Accessibile dalla navata sinistra del Duomo, fu edificata nel IV secolo per volere di Costantino. Rappresenta la più antica basilica paleocristiana di Napoli. Non conosciamo l’intitolazione iniziale: dedicata probabilmente ai Santi Apostoli o al Salvatore, successivamente prese il nome attuale in memoria della vergine e martire africana, Restituta. Le sue reliquie giunsero in Campania a seguito della persecuzione vandalo ariana iniziata da Genserico nel 429, portate dagli esuli che furono accolti e protetti dalla comunità cristiana di Napoli, fondando una cristianità mista documentata in alcuni ritratti della Catacomba di San Gennaro (i defunti Proculus e Marta sono di chiara derivazione africana ed entrambi mostrano una perfetta integrazione nella comunità neapolitana).

Inglobata nella fabbrica della Cattedrale – Duomo, la Basilica di Santa Restituta è stata concepita nelle forme del suo tempo per essere poi ampiamente modificata: è ipotizzabile che vi fossero cinque ingressi, uno per ogni navata; i più estremi vennero murati prima dei lavori di consolidamento successivi al terremoto del 1456. Nello stesso anno, le due navate estreme furono adibite alla funzione di cappelle. Ulteriori lavori di consolidamento furono realizzati nel 1742 dal cardinale arcivescovo Giuseppe Spinelli, che fece murare altri due ingressi laterali.

Centro, Santa Restituta

All’ interno, una sensazione di spazio aperto e luminoso nonostante l’esuberante stile barocco in cui la Basilica fu riplasmata nel Seicento. Sorreggono le sette arcate ogivali per lato, colonne in cipollazzo e granito con capitelli corinzi molto vari per disegno e misura. La manifattura dei pulvini è più grossolana, non è da escludere che si tratti di elementi di spoglio provenienti da quel tempio di Apollo sulle cui rovine sorse la Basilica di Santa Restituta. Ci accompagnano lungo la navata diciotto tondi di Francesco De Mura, raffiguranti Gesù Cristo, la Madonna e alcuni Santi; furono donati dal canonico Fortunato Mauro nel 1734. Tra i finestroni, sedici tele commissionate a Santolo Cirillo dal canonico Gennaro Maiello.

La Basilica di Santa Restituta venne restaurata agli inizi del XVII secolo dall’architetto Arcangelo Guglielmelli. Come per la Real Cappella del tesoro di San Gennaro, anche qui il soffitto è adorno di uno splendido affresco di Luca Giordano: grande è il pathos trasmesso dalla scena, in cui il corpo esanime della Santa viene trasportato in barca dagli angeli verso l’isola di Ischia.

Pavimento lapidi Santa Restituta

Il pavimento è costellato di numerose lapidi sepolcrali di varie epoche. Al centro si apre la sepoltura dei canonici della Cattedrale, riprodotti in abiti corali in un bassorilievo marmoreo del 1475. Anche sulle pareti vicine all’ingresso, numerose sepolture e monumenti funebri di uomini illustri. Guardando dinanzi a noi, sulla parete di fondo della navata centrale spicca un maestoso drappeggio in stucco, tanto dettagliato che ci si aspetterebbe quasi di vederlo smosso dall’ aria: è opera dell’ artista Arcangelo Guglielmelli, che lo realizzò con l’aiuto del Ghetti e di Lorenzo Vaccaro che vi eseguì, tra l’altro, il dipinto Gloria del Salvatore. L’ abside venne ribassata rispetto alla navata centrale: nel catino absidale un affresco duecentesco reca al centro Cristo in trono.  Nel cinquecento venne realizzata la pala d’altare Madonna in trono fra i santi Michele e Restituta.

Fra le cappelle laterali, splendida è la Cappella della Madonna del Principio, collocata in fondo alla navata di sinistra. Nell’abside, un mosaico realizzato nel 1322 da Lello da Orvieto: Madonna in trono col Bambino fra i Santi Gennaro e Restituta; al centro della cappella, un altare barocco.

Santa Restituta, abiti sacri

E’ sempre bello accarezzare la storia di un edificio di culto, è splendido immaginarlo respirare e seguirne l’evoluzione. Perchè dà l’impressione di essere in una macchina del tempo e di poter viaggiare nelle epoche e nei gusti architettonici, e nelle preghiere e nei sospiri che vi si deposero a formare una patina di emozione. Sono presenti in questo luogo, che oggi ha il nome di Basilica di Santa Restituta, tanti ricordi di un passato lontano: dal primo battistero di Occidente, quello di San Giovanni in Fonte, agli scavi archeologici.

Questa domenica la Basilica di Santa Restituta ci lascia, quindi, con la promessa di un tuffo nel passato.

Foto Francesca Perna


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