Grande capo topo ucciso: tutta la verità

Creato il 03 maggio 2011 da Frankezze


Giusto ieri ho annunciato in apertura di riunione di aver ucciso il Grande capo topo. Il solito Monetti, il complottista dell’interno 7, ha iniziato a dire che la foto del Grande capo topo ucciso (che d’ora in poi chiameremo Gct per comodità) che aveva visto su Facebook era falsa. “Certo – gli ho risposto – ma non l’ho diffusa io”. Non era tutta la verità, ma ai condomini non potevo raccontarla. A voi si.

Sono l’amministratore di condominio dello stabile di Viale Reagan 1984. Una decina di anni un gruppetto di topi, mimetizzati in un carico di letame, si avventarono sulle gambe di un camionista che perse il controllo del mezzo e ci sfondò l’ingresso del palazzo, uccidendo il portiere e famiglia. I roditori, in realtà, erano esemplari già noti ai disinfestatori della zona, ma ebbi buon gioco a dire che venivano tutti da Torpignattara e che trattavano male le tope del loro branco. Poi diffusi notizie farlocche sulla minaccia di un’epidemia di leptospirosi che avrebbe contagiato tutto il nostro isolato.

Riuscii ad ottenere così costosi finanziamenti per disinfestare “Torpigna”, quartiere dall’altra parte di Roma. Poi un paio di anni più tardi spostammo le nostre attenzioni su Centocelle, con altri ricarichi extra sui bollettini mensili dei condomini. Devo dire che senza lo spauracchio del Grande capo topo, un ratto lungo una trentina di centimetri e leader carismatico dei roditori di Roma Sud, non ce l’avrei fatta a spillare cotanta moneta dagli inquilini di viale Reagan. La mia nuova villa sulla Cassia è testimone della bontà dell’operazione, che non sarebbe andata in porto senza la complicità – ben pagata – dei derattizzatori. Gente lesta che senza fare domande ha preso a demolire interi scantinati facendo crollare palazzi e villette, senza peraltro diminuire di un solo esemplare la popolazione dei muridi di Torpigna e Centocelle.

E già, perché Gct era d’accordo con me. Del resto era una mia creatura, usata per combattere l’espandersi dei centri sociali nelle zone più popolari della Capitale. Ha fatto più vittime Gct e i suoi dell’eroina fatta spacciare in quei quartieri dalle “forze dell’ordine”. Seminava panico e malattie, e noi avevamo buon gioco a dare la colpa alle “zecche”.

Ora però dopo 10 anni di bollette mostruose e procedure di sicurezza fastidiose i condomini non ne potevano più. Recenti sondaggi davano ai minimi i consensi alla “guerra al roditore”. E l’anno prossimo devono decidere se riconfermarmi o no. Quindi mi serviva il Grande capo topo morto. O almeno un’immagine. Anche falsa. Mi serviva dire che avevamo vinto. Non è vero? Perché, cosa credevate che vi raccontassi, la verità? Non mi serve.


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