Lo scorso fine settimana, mentre il Presidente del Consiglio Mario Monti interveniva sul Corriere della Sera per l’ennesima picconata morale al sistema dei partiti, i lavori della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia hanno rilevato una realtà che emerge e si rafforza da anni. Nella crisi della nazione, l’unica agenzia etica in grado ancora di proporsi come costruttrice d’un quadro di principî e valori condivisi è la maggiore comunione massonica italiana. Essa, infatti, resta il principale luogo materiale, dei sentimenti e spirituale, cioè la pressoché unica “comunità”, ad essere un quadro di riferimento nella società “profana”, al di fuori del contesto fideistico dogmatico delle chiese, chiuso alla proposizione valoriale degli “infedeli”, della famiglia il più delle volte precaria se non disciolta, dei partiti indispensabili in democrazia ancorché “di parte” ma che oggi, per lo più, non sanno nemmeno loro da che parte stanno. Questa Gran Loggia è stata un momento di riflessione per andare oltre questa crisi, con una bussola rivolta verso l’essere umano. A partire dal talk show diretto da Alessandro Cecchi Paone in cui, prima dell’apertura rituale dei lavori, Claudio Bonvecchio, Gian Mario Cazzaniga, Dino Cofrancesco, Aldo Masullo, Antonio Panaino e Valerio Zanone si sono confrontati sul tema: “La sfida delle scelte: non numeri ma Uomini per restituire l’Italia all’Europa e l’Europa a se stessa”. Si può dire che il Grande Oriente d’Italia abbia tirato le somme d’un anno speso in giro per il Paese non tanto a celebrare il secolo e mezzo d’unità nazionale, quanto a riproporre una spiritualità civile che possa far da cemento in un contesto sociale “profano” caratterizzato sì da pluralità di valori, il ché è un punto di forza, ma anche da contraddittorietà di sentimenti e comportamenti e da fugacità dei risultati, che è il punto di debolezza dell’attuale vivere comune. Intendiamoci, suscita ammirazione a qualunque spirito non superficiale il mondo antico, in cui forse per millenni si sono ritualizzati i Misteri eleusini ma di cui nulla si sa, in quanto nessun iniziato ha mai proferito verbo. Questa stessa ammirazione, però, ispira i veri maestri massoni, che nulla debbono dire dei lavori rituali in cui si temprano alla battaglia costante per la libertà, l’uguaglianza e la fraternità, ed a cui, tuttavia, proprio l’intuizione del mistero dell’essere umano nel cosmo fa sentire una fratellanza senza distinzioni per ogni essere intelligente e senziente. Tanto spiega come, a margine dei lavori interni, essi abbiano sentito bisogno di esporre ai profani alcuni significativi documenti custoditi dal servizio biblioteca, che coprono il periodo dal XVIII secolo ad oggi. In un mondo in cui le divisioni politiche e religiose sembrano talora degenerare nel “conflitto di civiltà”, il Gran Maestro ha ammesso gli stessi “profani” tra le colonne del Tempio. A chi fantastica di congiure d’illuminati questa è la risposta: una d’esse forse vi è, ma è quella di chi si sforza d’illuminare il mondo contro le tenebre dell’oscurantismo e delle sue ideologie, ed evitare che prevalgano le porte degli inferi dell’intolleranza, della miseria materiale, morale e spirituale che ogni giorno rischiano di spalancarsi sotto i piedi di noi tutti.
Riccardo Scarpa - opinione.it