Il conto alla rovescia per il Grande Progetto Pompei è partito: c’è tempo fino alla fine del 2015 (quindi solo 16 mesi) per utilizzare (in maniera efficiente) i 105 milioni di euro, in gran parte provenienti dall’Unione Europea, utili per condurre in porto le operazioni nell’importante sito storico-archeologico campano: il rischio è ovviamente quello di vedere scomparire i fondi per mancata utilizzazione. Un rischio reale, visti i considerevoli ritardi nelle gare e nell’apertura dei cantieri.
Fino a questo momento sono stati spesi solo 1,5 milioni di euro e circa 25 sono stati impegnati, mentre due terzi delle gare sono ancora da aggiudicare. Il settore più ampio da avviare è certamente quello relativo alle gare non ancora partite: quasi i due terzi dei fondi (la percentuale precisa ammonta al 62%) per oltre 52 milioni di lavori. Secondo i dati emessi dalla struttura che gestisce il Progetto ammontano a 40 milioni di euro gli interventi per i quali l’uscita dei bandi è prossima (ovvero a partire dal mese di settembre), mentre sono nove (per una cifra che sfonda i 12 milioni) i progetti ancora in lavorazione.
Per ulteriori informazioni in merito alla lunga (ed a volte zoppicante) cavalcata del Progetto leggi l’articolo Grande Pompei: un Piano d’azione per uscire dalle sabbie mobili.
In questa direzione il neonato Decreto Cultura (Decreto 83/2014 convertito in legge lo scorso 29 luglio) consente appalti a trattativa privata fino alla cifra di 1,5 milioni di euro (quota più alta rispetto a prima), garantendo tempi accelerati per firmare il contratto e avviare i lavori, oltre a poteri speciali al direttore nei confronti del Responsabile unico di procedimento e nell’esclusione delle imprese senza requisiti.
Tuttavia sul contenuto del Decreto Cultura alcuni dubbi sono stati sollevati, con particolare riferimento ad evidenti frenate, in sede di approvazione definitiva del testo, che hanno provocato lo stralcio dal provvedimento di deroghe sugli appalti idonee a snellire i procedimenti diradando la fitta foresta di adempimenti in materia. Il Ministero dei Beni Culturali sostiene comunque di aver condiviso tutte le correzioni con il Parlamento: “Al netto delle modifiche – affermano dalle stanze di Via del Collegio Romano – il provvedimento introduce comunque misure, anche derogatorie, sufficienti a procedere in modo spedito alla realizzazione delle opere”. È quello che si auspica per fare finalmente decollare il Grande Progetto Pompei.