Uno studio pubblicato su Global Ecology and Biogeography spiega come i grandi alberi, quelli dal diametro del fusto superiore ai 70 centimetri, sono una mano santa per il clima, dato che immagazzinano una grande quantità di biomassa, soprattutto nelle aree tropicali. Ma attenzione, avvertono i ricercatori, questi alberi sono anche molto vulnerabili al cambiamento climatico, e quindi c’è il rischio che la loro morte, restituisca all’atmosfera la biomassa preservata, scatenando un circuito vizioso.
Ne è venuto fuori che i grandi alberi nelle foreste tropicali stoccano fino alla metà della biomassa al di sopra del livello del suolo. I ricercatori hanno studiato quasi 200.000 alberi analizzati in 120 diversi siti di foresta pluviale in Africa, Asia ed America Latina. Lo stoccaggio di carbonio nei grandi alberi varia tra le diverse regioni tropicali, ma è importantissimo in tutte le foreste naturali.
Le foreste pluviali africane, con una media di 418 tonnellate per ettaro di biomassa sopra il livello del suolo, sono quelle che stoccano più carbonio. I grandi alberi, cioè quelli con un fusto di un diametro di almeno 70 cm, rappresentano in media il 44% della biomassa delle foreste africane. Altre ricerche avevano già suggerito che la prevalenza di grandi alberi nelle foreste africane è dovuta all’abbondanza di grandi erbivori, che mangiano gli alberi più piccoli. Dopo le foreste pluviali africane, a stoccare più carbonio sono quelle asiatiche, con una media di 393 tonnellate per ettaro. Qui i grandi alberi stoccano 154 tonnellate per ettaro, pari al 39% per cento del totale (si parla sempre di carbonio al disopra del suolo). In America Latina la media è di 288 tonnellate per ettaro, di cui un quarto è dovuto ai grandi alberi. Questi risultati sottolineano l’importanza di grandi alberi, che di solito dominano le foreste più antiche.
I grandi alberi rappresentano meno del 5 per cento dei fusti, ma stoccano fino al 50% della biomassa della forestale tropicale. Questo rende lo stoccaggio di biomassa nella foresta tropicale molto vulnerabile al cambiamento climatico, in particolare se fenomeni di siccità diventeranno più frequenti ed intensi.
I grandi alberi svolgono anche importanti funzioni ecologiche: offrono habitat per specie che occupano ristrette nicchie ecologiche e forniscono abbondanti frutti, fogliame e fiori a moltissime specie animali. Eppure questi giganti sono particolarmente a rischio perché attirano l’industria del legname (legale e illegale) che, anche nelle operazioni di taglio “selettive” si concentrano all’abbattimento dei grandi alberi, dopo pochi cicli di taglio questi scompaiono dalla foresta.
Inoltre, le foreste con la maggior densità di questi grandi alberi sono le più vulnerabili ai cambiamenti dell’ecosistema, in particolare alla siccità, all’aumento degli incendi, alle attività antropiche.
Gli scienziati lanciano quindi un grido di allarme circa la necessità di proteggere meglio le foreste più antiche, sia per la stabilizzare il clima che per conservare la biodiversità.
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