Grandi ambizioni per ottenere piccoli risultati

Creato il 16 aprile 2014 da Gadilu

Ogni tanto si torna a parlare della Politica con la “p” maiuscola. L’espressione vorrebbe alludere a qualcosa di profondamente diverso rispetto a una politica spicciola, non tanto in senso meramente amministrativo, quanto piuttosto quando quest’ultima finisce con l’aderire troppo agli interessi quotidiani, contraendo la sua funzione di progetto o di orientamento generale.

Se i rischi di una tale contrazione sono chiari, meno indagati risultano quelli connessi a un’enfasi eccessiva posta proprio su temi suggestivi e intessuti di concetti roboanti: storia, umanità, giustizia, libertà. Non è un mistero che il motivato ricorso a tali concetti accade perlopiù in tempi di estrema difficoltà, in situazioni di conflitto, e dunque essi andrebbero adoperati con la parsimonia dettata dalla rarità delle occasioni che riescono a legittimarli.

Mi sono venute in mente queste osservazioni leggendo il piccolo libro di Michael Demanega presentato alla stampa pochi giorni fa e intitolato semplicemente Südtirol. Anche Demanega, che nella vita fa il segretario generale dei Freiheitlichen, ha evidentemente sentito l’esigenza di pensare alla Politica con la “p” maiuscola. Infatti, il suo testo è suddiviso in tre sezioni significativamente chiamate “Fondamenti” (Grundlagen), “Scelte decisive” (Weichenstellungen) e “Prospettive” (Perspektiven). Ogni pagina è percorsa da un grande pathos e l’idea di fondo è che, pur avendo raggiunto un ottimo livello di vita, i sudtirolesi siano ormai sull’orlo di una probabile catastrofe identitaria ed economica (ma Demanega insiste soprattutto sul primo aspetto) se non saranno capaci di correre subito ai ripari. Come? Ovviamente staccandosi dal resto d’Italia e fondando un piccolo Stato di matrice etnica in grado di proteggerli da Roma e da Bruxelles. Agli italiani che vivono qui Demanega suggerisce poi di agevolare un processo del genere ignorando che già l’accettazione dell’autonomia, per loro, rappresenta un’impresa ancora da consolidare.

Non è superfluo ricordare che il pathos tragico di Demanega traduce il suo circoscritto vissuto. Il ragazzo (mi permetto di chiamarlo così, essendo nato nel 1986) proviene da Salorno e ammette di aver molto sofferto la prossimità al “confine linguistico”, troppo liquido o poroso. Quello che però colpisce è come si possa coltivare aspirazioni apparentemente così grandi (fondare addirittura un nuovo Stato) per puntare a risultati infimi. Se oggi, in Sudtirolo come altrove, la Politica con la “p” maiuscola non può che essere declinata in chiave indipendentista o separatista, allora molto meglio continuare a preferirle la dimensione dei piccoli aggiustamenti e delle riforme di cui abbiamo veramente tutti bisogno.

Corriere dell’Alto Adige, 16 aprile 2014


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