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Grandi fotografi grandi narratori – 21 Robert Mapplethorpe

Creato il 17 settembre 2012 da Sulromanzo

Grandi fotografi grandi narratori – 21 Robert MapplethorpeNella vivace New York degli anni ’60 e ’70, capitale artistica e culturale degli Stati Uniti, la fotografia guadagna un ruolo di primo piano, grazie alle opere di numerosi artisti che ne fanno strumento d’espressione privilegiato, a cominciare da Andy Warhol, guru indiscusso e nume tutelare di molti giovani in cerca d’affermazione.

Robert Mapplethorpe (New York, 4 novembre 1946 – 9 marzo 1989) inizia molto presto a frequentare questo mondo variegato ed eccentrico, frequentando corsi d’arte, senza però diplomarsi, e appassionandosi al cinema underground. Ossessionato dalle proprie tendenze omosessuali, si iscrive anche a un’associazione paramilitare e per alcuni anni ostenta atteggiamenti da “macho” di maniera. Nel 1967 conosce Patti Smith, aspirante poetessa e cantante non ancora famosa, per la quale realizza in seguito l’immagine di copertina del primo disco, e con la quale intreccia un lungo rapporto d’amore e poi d’amicizia, mentre inizia a consumare droghe di tutti i tipi.

Le sue prime opere sono collages di foto pornografiche ricavate da riviste.

In seguito, cercando di procurarsi immagini a buon mercato, Mapplethorpe inizia a fare uso di una Polaroid, con la quale documenta la vita dei locali notturni, soprattutto gay, di New York. Nello stesso periodo conosce John Mc Kendry, curatore del settore fotografico del Metropolitan Museum of Arts, che gli permette di accedere alla sterminata collezione fotografica del museo, in gran parte sconosciuta al pubblico.

L’esperienza di poter toccare fisicamente con mano, esaminando anche le differenti tecniche di stampa usate dai vari autori, è fondamentale per il giovane fotografo, che nello stesso periodo abbandona anche ogni incertezza sessuale per legarsi definitivamente a Sam Wagstaff, importante collezionista e curatore di mostre, il primo ad acquistare  fotografie artistiche ben prima che nascesse un loro reale mercato (venderà la sua preziosa raccolta al Getty Museum nel 1984, poco prima di morire di AIDS, per la strabiliante cifra di cinque milioni di dollari). È con un prestigioso apparecchio Hasselblad, dono di Wagstaff, che Mapplethorpe realizza gran parte degli scatti che lo renderanno famoso, passando con disinvoltura dalla semplicità della Polaroid all’alto livello tecnico del medio formato.

Grandi fotografi grandi narratori – 21 Robert Mapplethorpe
La prima raccolta importante, The X portfolio, desta un enorme scalpore per le pose esplicite dei nudi maschili, spesso colti in atteggiamenti sadomaso.

Seguono un libro dedicato a Lisa Lyon - una donna culturista -, molti ritratti di personaggi famosi, serie di nature morte e studi di fiori: questi ultimi sono solo apparentemente “innocenti”, perché Mapplethorpe sottolinea con ironia il fatto che i fiori sono in realtà gli organi sessuali delle piante, e che il sesso è intrinseco nella natura di ogni organismo vivente.

Affascinato dai poeti maledetti dell’Ottocento francese, e in particolare da Rimbaud, realizza anche una serie d’immagini a commento delle poesie di Una stagione all’inferno, in cui si ritrae in veste di diavolo nudo con le corna tra i capelli.

Ciò che colpisce di tutta la produzione di Mapplethorpe, al di là della volontà trasgressiva e dei contenuti omoerotici a volte eccessivi, è l’impostazione classica, con la ricerca quasi ossessiva di una purezza formale che lo porta a presentare i corpi nudi come statue scolpite, grazie a un uso superbo del bianco e nero, raramente ottenuto da altri fotografi.

La sua presenza sulla scena artistica americana è stata fonte di roventi polemiche, soprattutto riguardo al fatto che alcune sue mostre, contenenti immagini pornografiche e sadomaso, fossero realizzate con il contributo del National Endowement  for the Arts (Sovvenzione nazionale per le arti), cosa che ha portato alcune organizzazioni conservatrici e religiose a intentare causa ai musei ospitanti, oltre che a far ritirare d’autorità molte opere esposte.

La morte prematura per AIDS nel 1989 non fa che accrescere la fama di artista trasgressivo e maledetto, fama che a distanza di più di vent’anni non accenna a diminuire, facendo raggiungere  alle sue opere quotazioni dell’ordine delle decine di migliaia di dollari.

Nel 2009 la memorabile mostra La perfezione della forma, ambientata nelle Gallerie dell’Accademia a Firenze, ha accostato le immagini di Mapplethorpe ai capolavori di Michelangelo.

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