Sono molti i fotografi che hanno vissuto a caccia d’immagini in giro per il mondo, spesso muovendosi tra guerre e altri sconvolgimenti epocali, ma pochi possono vantare un’esistenza così avventurosa come quella di Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942).
Nata in una famiglia di operai socialisti, Assunta Adelaide Luigia Modotti vive già da piccolissima la condizione d’emigrante in Austria, dove il padre cerca per qualche anno una migliore sistemazione, decidendo poi di tornare a Udine. Qui la giovane Tina frequenta con profitto le scuole, s’interessa al laboratorio fotografico dello zio Luigi, dove apprende i primi rudimenti del mestiere, e lavora per qualche anno come operaia in una filanda.
Nel 1913 segue la famiglia, che emigra definitivamente negli Stati Uniti e si stabilisce a San Francisco: qui trova lavoro come sarta, ma frequenta anche i teatri e inizia a seguire dei corsi di recitazione. Nel 1918 si sposa con un pittore, Roubaix del Abrie Richey detto Robo, e si sposta con lui a Los Angeles, dove conosce molti artisti e intellettuali e arriva a interpretare alcuni film. L’ambiente hollywoodiano tuttavia la delude, ma stringe legami con alcuni fotografi che la ritraggono per la sua bellezza, soprattutto Edward Weston che diventa presto suo maestro e amante. Robo reagisce partendo per il Messico, ma quando Tina decide di raggiungerlo arriva a destinazione due giorni dopo la morte del marito, colpito dal vaiolo.
Rimane però affascinata dal paese, che vive una felice stagione dopo la rivoluzione che nel 1920 ha posto fine alla dittatura del generale Porfirio Dìaz, e vi si trasferisce con Weston: lavorano entrambi con successo come fotografi e ritrattisti, e nel 1924 una loro grande mostra fotografica congiunta è inaugurata a Città del Messico alla presenza del Capo dello Stato. Entrano anche in contatto con i grandi pittori muralisti, David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e Clemente Orozco, che li introducono nel Partito Comunista Messicano.
In pochi anni Tina segue un percorso artistico che la porta a modificare profondamente i soggetti dei suoi scatti. Nata come ritrattista, nel primo periodo messicano è affascinata dalla natura e realizza grandi immagini di fiori e piante, per poi approdare a servizi d’indagine e denuncia sociale: i suoi soggetti preferiti diventano le manifestazioni studentesche e sindacali, il lavoro degli operai e dei contadini, la simbologia cara al partito comunista.La fine degli anni ’20 segna l’apice della sua carriera, quando diventa fotografa ufficiale del museo nazionale messicano. In questo periodo Tina diventa amica della pittrice e fotografa Frida Kahlo e di Vittorio Vidali, esiliato italiano legato al Komintern sovietico. Mentre Weston torna negli Stati Uniti, lei s’innamora di Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano, assassinato dopo pochi mesi da sicari del dittatore Machado.
Nel frattempo il nuovo presidente messicano Ortiz Rubio mette fuorilegge il partito comunista: al principio del 1930 Tina è arrestata ed espulsa dal paese, così s’imbarca con Vidali per raggiungere l’Europa. Muovendosi da un paese all’altro fino a raggiungere Mosca, cerca di riprendere l’attività fotografica, talvolta anche esponendo le opere portate con sé dal Messico, ma è assorbita dall’impegno politico: negli anni Trenta milita nel Soccorso Rosso Internazionale, abitando in diverse città europee per assistere profughi e rifugiati politici. Partecipa poi con Vidali alla guerra civile spagnola e tenta di tornare in Italia a svolgere attività clandestina, ma deve rinunciare.
Nel 1939 rientra infine in Messico, dove un nuovo presidente ha annullato il decreto d’espulsione, e qui vive in povertà facendo traduzioni e occupandosi sempre dei rifugiati. Muore nel 1942, presumibilmente per un infarto, su un taxi che la stava riportando a casa dopo una cena: alcuni hanno avanzato il dubbio, risultato privo di fondamento, che fosse stata assassinata.
L’attività di fotografa e di militante di questa donna straordinaria è stata ignorata per decenni fino a una riscoperta recente, con pubblicazioni e mostre che ne hanno fatto conoscere le immagini ancora attuali, mentre la sua vita avventurosa ha ispirato canzoni e opere teatrali.
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