
Infatti, dal prossimo gennaio il grande Generale, quello che era interdetto dallo scendere in campo da una legge che dice che dopo due guerre consecutive ci si riposa, potrà riprendere in mano la sua armata - o una nuova, chissà – e andare alla guerra anche se questo genere di guerre dovrebbero avere una scadenza ben precisa. Dato però che tale scadenza è anticipabile, che si aspetta a fare per altri tre anni?
Ed ecco allora le strategie profilarsi, gli avvelenamenti, gli accoltellamenti alle spalle, e il proposito oramai chiaro di togliere di mezzo il comandante in capo in carica. Certo che il Generalissimo è molto forte e sa come si combatte: le guerre locali le ha vinte tutte, quelle più grosse magari no ma questa è locale ed è certo di vincere anche stavolta. Di questa certezza sembrano essere consci anche i suoi alleati che, pare chiaro, non hanno intenzione di discuterne il comando. E anche il comandante in carica se ne farà una ragione.
Dall’altro lato del perimetro della battaglia c’è l’esercito che fu sconfitto l’ultima volta e anche quella prima, quell’esercito che dal Generalissimo le ha sempre buscate. Anche loro si stanno preparando, ma non hanno un capo, manca loro un generale. Quello dell’ultima guerra l’hanno ammazzato loro stessi prima di iniziare a combattere. Ora trattano accordi con un altro generale che prima stava di là e ora non si sa. Chi sarà il prossimo condottiero di questo schieramento? Chi sarà tanto prode e coraggioso da guidare un esercito col rischio di essere annientato dal “fuoco amico”? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
Luca Craia
