Le installazioni eoliche offshore hanno conosciuto una forte accelerazione negli ultimi anni, ma soprattutto nell’Europa del Nord, che costituisce di gran lunga il principale mercato mondiale. Nei mari europei nel 2010 sono stati installati 883 MW eolici (+51% rispetto al 2009), pari a quasi il 90% di quanto fatto in tutto il mondo. Per l’anno in corso si prevede che le nuove realizzazioni raggiungano i 1.500 MW.
Fuori Europa impianti di grandi dimensioni sono stati realizzati solo in Cina e qualcosa in Giappone, anche se progetti di rilievo sono stati avviati in diversi Paesi e in particolare nella Corea del Sud. Ancora assenti dal settore gli USA, che invece sono il secondo Paese al mondo per capacità eolica dietro la Cina, con circa 40.200 MW installati su terraferma a fine 2010.
Di grandi impianti eolici offhore negli States si parla da anni, non solo per le acque costiere oceaniche, ma anche per i grandi laghi del nord-est. Senza che si sia ancora passati oltre la fase del dibattito.
Il momento dell’entrata statunitense nel nuovo mercato sembra tuttavia vicino: progetti di grandi dimensioni si moltiplicano, come quello da 700 MW al largo di Long Island (a pochi km da New York), quello da 420 MW al largo di Cape Cod (Massachusetts) o quello da 300 MW presso l’isola di Galveston (Texas). Ultimo arrivato, ma con buone probabilità di entrare a breve nella fase operativa, un ambizioso progetto da 1.000 MW, previsto a 20 miglia al largo del Rhode Island.
Benché il mercato nazionale sia ancora in ritardo rispetto ai Paesi europei e ai grandi Paesi emergenti, lo sviluppo dell’eolico offshore è ritenuto un’opzione strategica per la diversificazione energetica e la diffusione delle fonti rinnovabili gli Stati Uniti. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione federale è di sviluppare una capacità complessiva offshore di 54.000 MW entro il 2030