Bolzano offre le seguenti misure di massima: superficie 52,3 km quadrati, popolazione poco più di 100.000 abitanti. Una cittadina, come si vede. Ma che non rinuncia a pensarsi grande.
Tra i più recenti sogni di grandeur ricordiamo la candidatura, seppur in condominio, a capitale culturale europea. Sappiamo com’è finita. Poi c’è ancora in ballo l’edificazione del Polo bibliotecario, con una spesa prevista di 60 milioni di euro. Impresa che sembra in stand by, ma forse si tratta solo di un momentaneo letargo. I bolzanini comunque non si danno per vinti e da ogni lato trapelano ulteriori ambizioni.
Innanzitutto colpisce la smania di moltiplicare le proprie dimensioni commerciali. Dopo il raddoppio del Twenty (che solo per pigrizia non è stato ribattezzato Forty), si attende adesso con fiducia l’avvento di altri colossi dello stesso tipo, a cominciare dall’ineluttabile “progetto Benko”, che dovrebbe ridisegnare il volto del centro ripulendolo dal “degrado”, nonché lanciare un ponte ideale con l’apertura dei cantieri per la rimodulazione dell’areale ferroviario. A tal proposito, sono pochi gli scettici che avanzano il dubbio di trovarci davanti a un aut-aut: la maggioranza è anzi convinta che la costruzione del primo non sia se non il prologo del secondo. Grandeur chiama grandeur, insomma, e a questi voli pindarici dobbiamo poi aggiungere la brama di ampliare l’aeroporto per veder finalmente staccare in aria concretissimi voli internazionali.
Considerando – come afferma un noto proverbio – che “se bastassero i desideri, i poveri andrebbero in carrozza”, quello a cui stiamo assistendo è l’evoluzione di un sogno tagliato su dimensioni molto eccedenti le smilze misure annotate al principio. Dare sfogo e spazio a tutti i progetti elencati significherebbe infatti poter contare su una superficie urbana capace di ospitare almeno trecentomila, se non addirittura cinquecentomila abitanti. Un mercatino perenne. E ciò a fronte di un dato attuale piuttosto deprimente, visto che nel 2015 in città vi è stato un sensibile incremento dei decessi (+ 1,7%) rispetto al precedente anno. Ma si dirà: poco male, se i vecchi bolzanini muoiono, o fanno pochi figli, saranno sostituiti dai migranti in arrivo.
A proposito. Quando si parla di migranti, ecco che Bolzano si desta immediatamente dai suoi sogni di grandezza e ritorna quel che è: una piccola città di provincia ferocemente interessata a mettere limiti ovunque. Altro che andare in carrozza: in questo caso i poveri devono proprio sparire dalla circolazione.
Corriere dell’Alto Adige, 8 marzo 2016