Da uno studio di un’équipe di scienziati di Liverpool, in Inghilterra, e pubblicato sulla rivista Nature, risulta che il grano ha un genoma abbastanza complesso, cinque volte più grande di quello umano. La maggior parte dei geni originali della pianta, come ad esempio quelli della crescita, non hanno subito mutazioni e sono arrivati integri ai giorni nostri. Questo ha permesso alla squadra di raccogliere i dati affinchè gli scienziati e gli agricoltori li possano utilizzare in modo efficace per la produzione di nuove varietà di grano che mostrano tratti specifici adatti a sopravvivere in ambienti diversi.
Questo tipo di geni della crescita e della sopravvivenza, detti regolatori, hanno permesso a tante specie diverse di poter sfidare il tempo e di sopravvivere fino ad oggi. Nel caso del grano, essi sono rimasti anche nelle posizioni originali del genoma e questo è il mistero dell’evoluzione a cui non si è ancora arrivati alla soluzione, ma fa capire che le cose utili funzionano e rimangono inalterate nel tempo.
Studi a riguardo sono anche stati condotti alla facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, dai quali risulta che le qualità del grano arrivato ai giorni nostri e dovuta alla selezione fatta dai nostri antenati per renderle coltivabili e divenire la base per il sostentamento di una società agricola.