Dalla Palestina alla Corea del Nord, da Joe Sacco a Guy Delisle, la nuova collana Graphic Journalism, proposta come allegati dal Corriere della Sera, offre la possibilità di scoprire e riscoprire come il “giornalismo a fumetti” negli ultimi anni sia diventato un vero e proprio genere narrativo, capace di raccontare il nostro tempo con una forza espressiva che non ha nulla da invidiare al giornalismo “tradizionale”.
Se il più prestigioso giornale italiano, il Corriere della Sera, sceglie di lanciare come allegati una collana intitolata Graphic Journalism , vuol dire che qualcosa nella percezione collettiva del medium fumetto è davvero cambiato.
A partire infatti da sabato 20 aprile, i lettori del quotidiano di Via Solferino, potranno leggere i reportage a fumetti, ormai celeberrimi, di Joe Sacco, Guy Delisle e tanti altri. Dalla Palestina ai Balcani, dall’Iran alla Corea del Nord, il giornalismo disegnato ha dimostrato in questi anni di saper raccontare gli scenari “caldi” e le ferite aperte del nostro tempo con una forza espressiva che non ha nulla da invidiare al giornalismo “tradizionale” di prosa.
Sacco come Montanelli? Satrapi come Fallaci? Sì, perché no. D’altronde, se per l’Italia – fuori dalla cerchia degli appassionati e degli editori specializzati – questa attenzione per quello che è diventato un vero e proprio genere espressivo rappresenta una relativa novità, all’estero (Francia, Stati Uniti, etc.) la consapevolezza per le potenzialità dell’inchiesta a fumetti sono ormai ben note. Nel tempo sono nate testate specializzate (come Symbolia) e gli stessi quotidiani aprono sempre più spesso a ibridi sperimentali in cui, accanto o al posto dei pezzi scritti, ci sono cronache firmate in punta di matita da coraggiosi cartoonist reporter.
Una sfida linguistica che spinge il fumetto a ripensare soluzioni e stili, a definire nuovi parametri di efficacia comunicativa, a battere strade nuove che, forse, tanto nuove non sono, se pensiamo che Palestina di Joe Sacco è stato pubblicato la prima volta nel 1993, ben vent’anni fa. Inoltre, vale la pena ricordare che, fuori dalla sicumera delle etichette pubblicistiche, il fumetto underground americano – solo per fare un esempio – già negli anni Sessanta proponeva spaccati di realtà disegnata, molto vicini per scelte espressive all’attuale graphic journalism.
Si potrebbe anche obiettare, a fare i puristi, che nel caso di Persepolis e di altri titoli selezionati dal Corriere della Sera, l’etichetta “giornalismo a fumetti” non corrisponde all’effettivo genere dell’opera, più autobiografia esistenziale che cronaca. Ciò nonostante, Graphic Journalism rappresenta un’occasione concreta perché un pubblico sempre più vasto possa scoprire (o riscoprire) opere di alto spessore espressivo e tanto basta, da appassionati di comics, per gioirne.
Abbiamo parlato di:
Graphic Journalism - Una iniziativa editoriale del Corriere della Sera in collaborazione con Rizzoli Lizard, in edicola (allegato al quotidiano) da sabato 20 aprile. Ogni volume euro 7.90.
Piano editoriale dell’opera:
(Trattandosi nella maggior parte di ripubblicazioni, nei link trovate recensioni e approfondimenti critici relativi alle edizioni precedenti)
20/04/2013 – 01 – Persepolis di Marjane Satrapi
27/04/2013 - 02 - Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle
04/05/2013 - 03 - Valzer con Bashir di Ari Folman, David Polonsky
11/05/2013 - 04 - Fax da Sarajevo di Joe Kubert
18/05/2013 - 05 - Quaderni Ucraini di Igort
25/05/2013 - 06 - Capire Israele di Sarah Gliden
01/06/2013 - 07 - Zahara’s Paradise di Amir & Khalil
08/06/2013 - 08 - Palestina di Joe Sacco
15/06/2013 - 09 - No pasaran di Vittorio Giardino
22/06/2013 - 10 - La seconda volta che ho visto Roma di Marco Corona (inedito)
29/06/2013 - 11 - Pyongyang di Guy Delisle
06/07/2013 - 12 - Castro di Reinhard Kleist
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