E’ la sorprendente scoperta di alcuni ricercatori della Yale University (12 febbraio 2004, “New England Journal of Medicine”)* che sta lentamente rivoluzionando le tradizionali certezze dietetiche in caso di diabete.
L’insulina, ovvero l’ormone deputato a “trasportare” il glucosio all’interno delle cellule, risulta bloccato nella sua attività da un eccesso di grasso accumulato al loro interno. Parlando di diabete di tipo 2, è come se ogni cellula del corpo presentasse una serratura bloccata da una “gomma da masticare” che impedisce all’insulina di aprire la porta e far entrare il glucosio al suo interno.
Insomma una rivoluzione nella cura del diabete di tipo 2 che da 10 anni ha posto l’accento non tanto sui carboidrati, ovvero su zuccheri e amidi, quanto sui grassi, come prodotti di origine animale e oli vegetali nella dieta consigliabile a chi ne è affetto o presenta sintomi di resistenza all’insulina.
I ricercatori della Yale avevano infatti sottoposto a un test giovani adulti con genitori o nonni affetti da diabete di tipo 2.
Tutti erano magri e in buona salute, e nessuno di loro soffriva di diabete. I ricercatori scoprirono che all’interno delle cellule muscolari c’erano minuscoli accumuli di grasso che interferivano con il funzionamento dell’insulina.
In altre parole le persone affette da diabete di tipo 2 hanno meno mitocondri di quelli necessari per bruciare il grasso accumulato. Ma, sottolinea il professore americano nel suo
libro Curare il diabete senza farmaci, “il numero di mitocondri dipende da ciò che mangiamo”.Al Pennington Biomedical Research Center a Baton Rouge in Louisiana i ricercatori hanno dimostrato che in funzione del cibo che si consuma il grasso può accumularsi anche molto in fretta e che i grassi consumati dai volontari allo studio non solo causavano l’accumulo di lipidi nelle cellule ma anche spegnevano i geni che avrebbero bruciato i grassi **.
“I geni che producono i mitocondri venivano inattivati in parte- commenta Neal Bernard- Era come se l’organismo dei partecipanti stesse cercando di evitare di bruciare i grassi ingeriti. E’ facile immaginare cosa questo significhi: mangiando cibi grassi, minuscole particelle di grasso si accumulano nelle miocellule. Questo grasso interferisce con il normale funzionamento delle cellule, compresa la loro capacità di rispondere all’insulina. Se l’insulina non riesce a svolgere il proprio compito, il glucosio non può penetrare nelle cellule e si accumula nel sangue. Quindi in realtà i cibi sembrano avere la capacità di disattivare i geni che produrrebbero i mitocondri che servono per bruciare il grasso accumulato”.
Questi e altri studi, conclude Bernard, “dimostrano senza ombra di dubbio che l’accumulo di grasso nelle cellule non sono una semplice questione genetica. I geni svolgono un ruolo, ma gli effetti dipendono in larga misura anche dalla dieta, che può essere cambiata drasticamente eliminando principalmente cibi grassi come i prodotti di origine animale e oli vegetali e privilegiando cibi nutritivi come prodotti di origine vegetale e cereali integrali.”Insomma il diabete è una malattia che può essere facilmente tenuta sotto controllo attraverso una dieta correttamente sbilanciata sul mondo vegetale.
* 1 K.F. Petersen et al., Impaired Mitochondrial Activity in the Insulin-Resistant Offspring of Patients with Type 2 Diabetes, “New England Journal of Medicine”, 2004, n. 350. pp. 664-671
** 2 L.M. Sparks et al., A High-fat Diet Coordinately Downregulates Genes Required for Mitochondrial Oxidative Phosphorylation in Skeletal Muscle, “Diabets”, 2005, n. 54, pp. 1.926-1.933.