Un decreto attuativo della legge 38/10 rischia di compromettere le cure palliative in Italia: metà dei medici palliativisti potrebbero non essere più autorizzati ad assistere i malati inguaribili.
Questo l’allarme lanciato dalla Federazione Cure Palliative, di cui l’A.R.T. è membro, attraverso un comunicato stampa a firma del Presidente, il Dr. Luca Moroni. Il tema è urgente ed importante e ci riguarda tutti da vicino. Come volontari e come professionisti delle cure palliative, ma prima di tutto come cittadini. Di seguito riportiamo il testo integrale del Comunicato con l’obiettivo di darne massima diffusione.
La legge 38/2010 sancisce il diritto per i malati inguaribili ad accedere alle cure palliative; uno dei passaggi attuativi prevede la definizione delle “figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative” (art 5 comma 2) al fine di garantire, per il futuro, un percorso formativo certo ed uniforme per i professionisti. Si tratta di un passaggio importante che deve però tenere conto delle caratteristiche degli oltre 2000 medici che oggi consentono l’operatività degli Hospice e delle cure palliative domiciliari.
Le indagini di Federazione Cure Palliative (FCP) e della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) indicano infatti che la metà dei medici palliativisti non possiede una delle specialità indicate dalla legge 38 e un terzo non ha alcuna specialità. Si tratta di professionisti con diversi anni di esperienza, detentori oggi delle più elevate competenze nel nostro paese. Si tratta di coloro che hanno contribuito a fare la storia delle cure palliative italiane, permettendone lo sviluppo in una fase pionieristica e rappresentano una risorsa indispensabile per garantire l’attività di assistenza ai pazienti.
Le cure palliative si stanno sviluppando finalmente anche in Italia, grazie all’impegno del mondo professionale, dei 5000 volontari e delle 75 Associazioni che aderiscono alla FCP. Abbiamo potuto osservare in questi anni l’impegno del Parlamento, dei Ministri Fazio, Balduzzi e Lorenzin così come di molte Giunte Regionali. Sarebbe oggi imperdonabile che proprio un decreto attuativo della legge 38, invece di tutelare i pazienti e le loro famiglie, riportasse l’Italia alla condizione degli anni 80, quando i 250.000 malati che ogni anno affrontano una fase terminale erano privi di qualunque forma di tutela.
È indispensabile che vengano preservate e riconosciute le competenze acquisite sul campo in questi anni da medici senza specializzazione o con specialità diverse da quelle previste dalla disciplina, un provvedimento che riguardi un periodo transitorio, in attesa che i giovani medici concludano i nuovi iter formativi in via di definizione. Senza questi medici la maggior parte degli Hospice e delle equipe di cure palliative domiciliari sarebbero costretti a chiudere.
Giovedì 17 ottobre si riunisce la Conferenza Stato-Regioni per discutere l’accordo. Attendiamo con forte attenzione di conoscerne i contenuti, fiduciosi che si possano individuare soluzioni adeguate al livello di preoccupazione che la materia propone.
Luca Moroni
Presidente della Federazione Cure Palliative
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Il dr. Luca Moroni con la Segretaria Generale della FCP, Daisy Gay, alcuni membri del Consiglio Direttivo FCP due rappresentanti del Direttivo A.R.T. al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative