E’ un periodo che guardo film italiani anni 50, 60, come “Riso amaro”, “Ossessione” e “IlGattopardo” di Visconti, qualche vecchio classico come “Il mucchio selvaggio” e di conseguenza non avevo ancora iniziato la nuova stagione cinematografica. Dato che avevo interesse a vedere questo film in 3D, ho deciso di guardarlo. La domanda principale è: finalmente il 3d avrà un senso? La mia personale risposta è un po’ si un po’ no!La prima parte è perfetta: il 3d si sente, ha un suo peso, sembra di stare effettivamente li, insieme ai protagonisti, a soffrire con loro. Anche le musiche sono adatte al contesto e inserite al momento giusto, con quella “bella” sensazione di cupo che preannuncia il cataclisma. Azzeccato il contrappunto fra il gaudio George Clooney e la pessimista Sandra Bullock. Dove sta il problema, almeno per quanto mi riguarda, sta proprio nella sceneggiatura: per come si evolve la trama, non può che sopraggiungere la noia. E difatti le innovazioni di questo film, stanno tutte nella prima parte, perché dopo è già tutto scritto e visto. Nella seconda parte il 3d quasi svanisce, e si sente giusto nelle lacrime della Bullock, nelle goccioline che fluttuano nello spazio.
In conclusione, sono rimasto contento a metà: secondo me, si poteva fare meglio. La sufficienza gliela do, però rimane la sensazione del “Si poteva fare di meglio”, quindi un po’ un’occasione sprecata.