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Grazia al cazzo

Creato il 03 agosto 2013 da Marcopress @gabbianone

Credevo che Sandro Bondi si fosse ritirato a scrivere poesie. Scopro invece che è tuttora il coordinatore di un partito defunto. Di più: scopro (ma dov’ero?) che convive dal 2008 con un’immobiliarista ligure diventata nello stesso anno deputata. Grazie a una roboante campagna elettorale. Ah no.
Il coordinatore del fu Pdl sbuca d’improvviso non per recitare un sonetto, ma per prospettare «una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti». Meno allarmista, il collega Cicchitto (esiste ancora anche lui) si preoccupa dei guai dell’ipertensione: «Invocare in questo contesto un intervento pacificatore del presidente della Repubblica, nell’ambito dei suoi poteri istituzionali, non è una indebita pressione, come dice Epifani, ma proprio il tentativo di far diminuire la pressione politica che si è molto elevata».
Tutto questo per non voler accettare un’ovvietà: le sentenze definitive si applicano. Visti il delirio da destra e gli insensati sgrat-sgrat da sinistra, si profila al contrario il bizantinismo gigante per cui Berlusconi si potrà riproporre, «con la rinascita di Forza Italia, come leader di una coalizione ai suoi elettori, ritrovando il consenso, assai largo, che ha sempre avuto» (cit. De Bortoli, robe da matti).
I fu pidiellini chiedono pure la grazia per il loro leader decapitato. Robe da matti bis. Altrimenti, dicono, cade il governo. Pare che in Belgio siano sopravvissuti senza governo per poco meno di due anni, non si usi questa panzana per giustificare ignobili ricatti del fu Pdl. Si certifichi, invece, perché è l’unica cosa da fare, che Berlusconi è un politico finito, che Bondi è un maledetto poeta e che Cicchitto è la sua musa.



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