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Graziano Mesina richiede gli “arretrati” allo Stato

Creato il 31 marzo 2012 da Yellowflate @yellowflate

Graziano Mesina richiede gli “arretrati” allo StatoGraziano Mesina, la primula rossa della Barbagia,  è stato il più famoso bandito sardo del dopoguerra. È conosciuto per le numerose evasioni (ventidue, di cui dieci riuscite) e per il suo ruolo di mediatore nel sequestro del piccolo Farouk Kassam. Mesina è vissuto per  quarant’anni  in carcere ora s’appresta a chiedere al tribunale che lo Stato gli riconosca un compenso giusto per il lavoro svolto dietro le sbarre come dipendente del ministero della giustizia. A monte c’è una sentenza del giudice del lavoro di Cagliari che sancisce che il detenuto impegnato nel lavoro in prigione ha diritto agli aumenti stabiliti ai rinnovi contrattuali.
L’amministrazione, dice la legge, deve pagargli i due terzi del salario dovuto in base alla sua mansione.la Costituzione “riconosce e tutela un diritto che riguarda tutti i lavoratori, senza operare discriminazioni nei confronti di quelli detenuti”.  Come pure  l’articolo 22 dell’ordinamento penitenziario riconosce al detenuto lavoratore “una retribuzione che gli consenta un tenore di vita decoroso, non inferiore ai due terzi della retribuzione stabilita per gli altri lavoratori della stessa categoria dal contratto nazionale in vigore al tempo dell’avvenuta prestazione lavorativa”.

Grazianeddu non è il primo a muoversi in questo senso, già anni fa un altro detenuto sardo Giovanni Carta,  tornato  in libertà a si era rivolto all’associazione Casa dei Diritti perché il suo salario, guadagnato col lavoro di falegname svolto in carcere, non era stato mai adeguato al contratto nazionale di lavoro.


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